Garcia è solo l’inizio. Vogliono tenerlo, sì, e farlo guardiano della soglia, rettore dell’istituto, decano com’è stato Ferguson allo United e com’è Wenger all’Arsenal.
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Baldissoni: “Anche noi tra le grandi”
Garcia è solo l’inizio. Vogliono tenerlo, sì, e farlo guardiano della soglia, rettore dell’istituto, decano com’è stato Ferguson allo United e com’è Wenger all’Arsenal.
Ma l’Italia è diversa dall’Inghilterra, c’è un clima che squaglia i rapporti, una tendenza alla noia reciproca. E pure Garcia sembra affamato di conoscenza, uno il cui albero del bene e del male è carico di troppi frutti diversi da assaggiare. Vediamo quanto e come durerà questo rapporto, nato da un colpo di fulmine, tra il francese dagli occhi affilati e la volubile Roma facile all’ira e all’affetto.
Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, l’allenatore delle sette vittorie consecutive può essere pietra angolare della Roma futura, se vorrà. «Parleremo del rinnovo del contratto, quando sarà il momento. Ora è troppo presto», dice il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni. Di necessario c’è solo l’ambizione di rendere la Roma una squadra dagli orizzonti illimitati. «Una delle regine d’Europa - continua Baldissoni nel suo intervento a Roma Channel - Non lo è ancora, sarebbe sciocco negarlo, ma vogliamo portarla ai vertici del calcio internazionale. Di indispensabile non deve esserci nessuno, perché «una corretta gestione delle risorse implica la valorizzazione dei calciatori. Cedere un potenziale campione non significa abdicare. Il mercato è molto competitivo, ci sono avversari con maggiori disponibilità economiche e non si può pensare che il proprietario colmi il gap con Real Madrid o Barcellona, che hanno il fatturato più alto al mondo». E allora vadano pure via Lamela, Marquinhos e Osvaldo. L’importante è che ci siano sempre giocatori e allenatori attratti dall’idea Roma. «Vogliamo posizionarci tra i marchi top. Quindi essere presenti, portare la squadra su nuovi mercati, sfruttare al massimo l’accordo con la Nike.
Per questo serve stabilità. Per questo Garcia può anche non essere indispensabile, ma alla fine occorre ancorare tutto a punti fermi che non si sgancino. Questo lo sosteniamo noi. Baldissoni sottolinea a sua volta l’importanza della realizzazione dello stadio di proprietà: «L’Italia è un po’ indietro, però la mancanza di una legge specifica non deve diventare un alibi. Noi dobbiamo portare avanti comunque le nostre iniziative. Lo stiamo facendo». La presentazione del progetto arriverà, anche prima di quanto si pensi. Alla Roma sono ottimisti in merito. Del resto non si può altro che fare la propria parte e sperare per il meglio. Ben prima di pensare allo stadio c’è da affrontare la partita con il Napoli, diventata stressante quanto una prima all’opera. «Sono molto curioso di vedere se la squadra continuerà sul percorso intrapreso - dice Baldissoni - Il gruppo sta dando soddisfazione, risponde bene eppure deve ancora esprimere il meglio». Sta arrivando il momento in cui bisognerà farlo.
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