(Corriere dello Sport - S.Di Segni) La prima inquadratura lo ha riportato indietro nel tempo: «Ecco, entra Daniel, è uguale, gli ha staccato la faccia...». E anche il sinistro. Il Daniel di Abel Balbo è Fonseca, gemello sudamericano nella Roma di Carlo Mazzone. L’ex spalla si è materializzata con Nico Lopez, una suggestione stampata nel volto e nell’estro del ragazzino uruguaiano: «Un predestinato, non serve un esperto per capirlo».
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Balbo:«Ho rivisto Fonseca»
(Corriere dello Sport – S.Di Segni) La prima inquadratura lo ha riportato indietro nel tempo: «Ecco, entra Daniel, è uguale, gli ha staccato la faccia…». E anche il sinistro. Il Daniel di Abel Balbo è Fonseca,
A Lopez sono bastati sei minuti per far esplodere l’Olimpico.
«Prima mi ha fatto sobbalzare per la somiglianza con il mio ex compagno di squadra, poi ho sgranato gli occhi per quel numero. Mi piace, mi piace...».
Serve l’incoscienza dei diciotto anni per pensare una giocata di quel genere o la classe non ha età?
«Ci vuole personalità. Bisogna avere carattere per tirare fuori un gesto così, al novantesimo, con la tua squadra sotto e con uno stadio che ti mette pressione solo a guardarlo...».
E la tecnica?
«Quella o ce l’hai o non ce l’hai, quel gol non si inventa dal nulla. Lopez ha dimostrato di avere grandi doti, piedi sopraffini, velocità. Il tipico attaccante sudamericano».
Che ad un certo punto non sembrava andare più di moda in serie A.
«E invece quel modello dovrebbe essere intramontabile, anche in un campionato come quello italiano. Quando una punta riesce a combinare qualità e rapidità, diventa difficile da marcare».
Un paio di suggerimenti da dare a Nico?
«Deve studiare i movimenti degli avversari e imparare a prenderli controtempo. Con quel bagaglio tecnico può diventare micidiale per le difese avversarie».
Un campioncino da tutelare o da gettare già nella mischia dal primo minuto?
«Non amo questi ragionamenti, ho una mentalità tipicamente argentina: se uno è bravo può giocare titolare anche a sedici anni. Nel mio Paese funziona così, Aguero mi sembra che abbia fatto poca panchina. Lopez deve pensare a lavorare sulla struttura fisica, in ogni caso io lo vedo pronto».
Cosa può dargli Zeman?
«Il vero salto di qualità sarà imparare a infilarsi alle spalle delle difese come vuole Zeman. Il boemo sarà un grande maestro...».
Deluso dalla prima uscita della Roma?
«L’ho vista un po’ impacciata, poi si è ripresa, fino al 1-2. Ma non è il momento di abbattersi, questa squadra può giocarsela con la Juve. Perché ha un potenziale importante. E ha mister Zeman».
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