rassegna stampa

Alla ricerca del dopo Luis

(Corriere dello Sport – R.Maida) Un incontro a Londra in tempi non sospetti, prima di Natale, è la prova di quella «simpatia» che Baldini non ha mai negato e che non si è mai raffreddata.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Un incontro a Londra in tempi non sospetti, prima di Natale, è la prova di quella «simpatia» che Baldini non ha mai negato e che non si è mai raffreddata.

Il feeling tra la Roma e André Villas Boas resiste all’usura del tempo e dei risultati deludenti. Se Luis Enrique dovesse lasciare la Roma, la prima scelta per la panchina sarebbe proprio il genietto portoghese, che all’epoca del meeting era l’allenatore del Chelsea. Il “se” è obbligatorio perché il futuro della squadra, al di là della classifica finale, resta da scrivere. Ma Villas Boas era la prima scelta di Baldini anche l’estate scorsa, quando l’idea di arruolarlo si spense di fronte alla clausola inattaccabile del Porto: 15 milioni di euro. Soltanto dopo, su consiglio di Guardiola, Baldini spostò l’attenzione su Luis Enrique, di cui aveva sentito raccontare mirabilie da chi descriveva il lavoro che stava portando avanti nella squadra giovanile, il Barça B.

 

NELLA TESTA - Per questo adesso il vecchio tentativo potrebbe andare in porto. Villas Boas è stato esonerato dal Chelsea, che con Di Matteo ha raggiunto la finale di Champions League, ma ha nelle corde il calcio propositivo e aggressivo che piace a Baldini. Il fallimento a Londra non ha oscurato il fascino dei successi raggiunti alla guida del Porto. Un anno fa, di questi tempi, sembrava che non si potesse costruire una squadra senza Villas Boas. Quindi non sarebbe una scommessa rischiosa quanto quella che ha condotto all’ingaggio di Luis Enrique: nonostante i 34 anni, Villas Boas è un allenatore che ha accumulato le giuste esperienze - anche negative - per guidare un club ambizioso ed esigente come la Roma.

IL CT - Naturalmente non è l’unico nome sulla lista di Baldini. Che di fronte alla volontà-necessità di rimpiazzare Luis Enrique è orientato a puntare su un allenatore già pronto, che sappia imprimere il suo marchio nel breve periodo. Uno di questi è Cesare Prandelli, che è stato pochi giorni fa in visita a Trigoria. Baldini l’aveva scelto anche nel 2004 come successore di Capello (a proposito, ieri è circolata anche la sua candidatura ma al momento non c’è nulla di plausibile), prima dei problemi familiari che costrinsero l’allenatore a dimettersi. Non sarebbe un azzardo richiamarlo a Roma, soprattutto perché Prandelli è tentato dalla prospettiva di lasciare il ruolo di ct per tornare a respirare quotidianamente il profumo dell’erba, come fanno i colleghi che guidano le squadre di club.

IL RESTO - L’altro nome italiano potrebbe essere Massimiliano Allegri, se dovesse uscire dal Milan. Ha una mentalità creativa, basata sul possesso palla e sul gioco offensivo, che ha conquistato San Siro. Potrebbe riprendere, migliorandolo, il ragionamento cominciato da Luis Enrique. Altrimenti, Baldini si rivolgerà all’estero. Lo scorso anno aveva contattato Marcelo Bielsa, che è tornato di moda grazie ai risultati raggiunti con l’Athletic Bilbao. E nel suo giro di consultazioni si era rivolto anche a Rudi Garcia, francese, vincitore di campionato e coppa 2011 con il Lille. Ma sarebbe un insediamento complicato, all’inizio di una stagione che non perdonerà un millimetro di errore alla Roma. Più sicuro sarebbe l’investimento su Jürgen Klopp, bicampione di Germania nel Borussia Dortmund. Difficile da agganciare però. E allora la sorpresa può venire ancora da Barcellona. Oggi Pep Guardiola dovrebbe annunciare il suo addio. Se fosse lui la carta vincente in mano a Baldini?