Nel suo scoppio d’ira, ira ragionata, Pallotta si lamentava del fatto che Unicredit avesse reso pubbliche non solo la propria intenzione di disfarsi in tutto o in parte delle quote della Roma ma anche l’avanzare della trattativa con i cinesi guidati da Chen Feng. La banca aveva replicato dicendo che con le sue quote azionarie aveva diritto di fare ciò che voleva.
rassegna stampa
Adesso anche gli americani sognano il boom
Nel suo scoppio d’ira, ira ragionata, Pallotta si lamentava del fatto che Unicredit avesse reso pubbliche non solo la propria intenzione di disfarsi in tutto o in parte delle quote della Roma ma anche l’avanzare della trattativa con i cinesi...
Pallotta temeva che fallisse la trattativa, infatti gli imprenditori cinesi tendono a far perdere le proprie tracce quando i giornali cominciano a parlare di loro e dei loro affari.
Alla proprietà statunitense non dispiace affatto l’arrivo di un investitore in grado di immettere liquidità. Per rendere famoso a livello internazionale il marchio As Roma non si può prescindere dai risultati e i risultati non possono prescindere dal rafforzamento della squadra. Servono soldi per ripianare i debiti, e per portare avanti il progetto stadio. Se arriva un socio cinese, davanti alla Roma si spalanca un mercato di un miliardo e trecento milioni di potenziali clienti.
Come riporta il Corriere dello Sport,a Pallotta gli sta bene la prima parte del piano cinese: arrivare al possesso di un 30% della società pagando, tra acquisto delle azioni di Unicredit e aumento di capitale, un centinaio di milioni. Non la seconda: aspettare il momento opportuno per impossessarsi della Roma con tutte le opportunità che questo comporta per un agente turistico qual è essenzialmente il gruppo Hna. Intanto Feng e Unicredit stanno già trattando il numero dei posti che spetterebbero ai nuovi soci nei vari consigli di amministrazione...
© RIPRODUZIONE RISERVATA