(Corriere dello Sport - F.M.Splendore) E’ come una liberazione.
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A.De Rossi:«Roma, è tutto meritato»
(Corriere dello Sport – F.M.Splendore) E’ come una liberazione.
Anche se giustamente Alberto De Rossi dice che non c’è rivincita, battere la Fiorentina dopo averci perso la Coppa Italia 2011 e la Supercoppa di Lega ad inizio stagione, è come togliersi di dosso un sortilegio. E che vittoria: ottenuta con il gioco, con la manovra, con un possesso palla ostinato, bello, fluido. Con la personalità di un gruppo «che è parso
«Luis Enrique ci segue sempre, lo ringrazio per le sue belle parole. Ora proveremo a vincere con tutti noi stessi»
più maturo della sua età anagrafica» . Questo uno dei passaggi dell’analisi fatta dal tecnico giallorosso a fine partita. Raggiante. E già concentrato su una finale carica di troppi significati: per un torneo che manca da 21 anni alla Roma, per un’altra finale persa proprio da De Rossi, nel 2007, con un altro gruppo e contro il Genoa, per l’avversario che è la Juve, rivale storica nelle giovanili e con i grandi.
I COMPLIMENTI - Mentre comincia l’analisi post-partita di De Rossi arrivano via Twitter i complimenti di Luis Enrique, sentiti e carichi di punti esclamativi. «Ci teniamo molto a questo - sorride De Rossi - so che lui ci segue sempre, è stato molto carino. E lo ringrazio di cuore» . Per la partita di ieri il tecnico della prima squadra aveva liberato Viviani, autore di una prestazione che ai più è parsa sotto tono e che invece è risultata carica di significati silenziosi per il gruppo. Messo lì, davanti alla difesa, Viviani ha dettato tempi e dato equilibrio, ha messo muscoli e chili in una linea mediana che è molto tecnica ma che in partenza “pesava meno” della Fiorentina. Lo stesso De Rossi ha sorriso quando la prova di Viviani è diventata oggetto di dibattito. «Guardate, per noi è già importantissimo averlo qui. Sappiamo quello che ci ha dato con la Fiorentina in termini di sostanza. L’ho finito finire in crescendo» . Non solo: Viviani è passato anche attraverso la frustrazione del rigore del possibile 1-1 parato dal portierone lituano della Fiorentina. Ai rigori finali è andato lì per primo, ha battuto e segnato, con la personalità di chi ha già toccato palcoscenici importanti.
L’ANALISI - De Rossi è soddisfatto, molto. «Meritavamo, lo dico con serenità. La Fiorentina è una grande squadra, la conosciamo bene, ma credetemi, non la vivevo come una rivalsa. Così come non avrei problemi a ritrovarla nella prossima finale di Coppa Italia. La squadra di Semplici ha avuto il vantaggio iniziale di trovare quel gol dopo pochi secondi. Ma noi siamo rimasti concentrati, consapevoli di poter fare la partita. E l’abbiamo fatta, molto bene» . De Rossi è contrariato: «Un no c’è in questo torneo. Le espulsioni che non appartegono agli atteggiamenti comportamentali dei miei, frutto di calcetti stupidi. Era successo con i messicani ed è risuccesso con la Rappresentativa di Serie D. La prima volta poteva sembrare un caso. E’ risuccesso e mi spiac per Ciciretti che però pagherà con un’altra giornata di squalifica oltre quella data dal torneo. E’ una decisione di Baldini, Sabatini e mia. Con la Juve sarà fuori, mi spiace, è la regola» . Voglia di finale, voglia di Viareggio Cup: «Avete visto Matteo Ricci mentre il fratello Federico batteva il rigore? Non ha voluto guardare, si è girato. Ecco la nostra voglia, è chiaro che ora ci proveremo con tutti noi stessi».
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