(Corriere dello Sport) Forse ha cercato istintivamente di riagguantare la vita che gli stava scappando davanti; come un animale ferito a morte, ha avuto un ultimo sussulto, prima di spiaggiarsi sull'erba umida, faccia in avanti, arreso.
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Abete: “Un dovere fermarsi”
(Corriere dello Sport) Forse ha cercato istintivamente di riagguantare la vita che gli stava scappando davanti; come un animale ferito a morte, ha avuto un ultimo sussulto, prima di spiaggiarsi sull’erba umida, faccia in avanti, arreso.
Questa sequenza, terrificante, il presidente Abete, l'ha vista più volte. E ha capito che davanti alla fine impietosa di Piermario Morosini, un semplice atto di deferenza non poteva bastare. E così il presidente della Federcalcio, dopo un rapido giro di telefonate, a partire da quella con il presidente del Coni, Petrucci, ha deciso che il calcio, questo calcio italiano frustrato da ombre pesanti, doveva fermarsi, immediatamente, ieri e oggi. Dalla serie A ai campionati dilettantistici, dal femminile al calcio a 5, meglio riflettere che far finta di non avere scelta nel gran circo del pallone.
LO STOP - A Milano, Milan e Genoa erano praticamente pronte a dare il via alla 33ª giornata, giocando l'anticipo scudetto-salvezza in programma al Meazza. In un primo momento, seguito ai concitati attimi del decesso avvenuto a Pescara, era stato annunciato un minuto di raccoglimento, che sarebbe stato replicato in serata a Udine e oggi su tutti gli altri campi. Ma, come detto, questa prima iniziativa federale è stata quasi subito scavalcata dalla scelta consapevole di bloccare tutte le attività agonistiche. I sessanta secondi in memoria del “Moro”, invece, scorreranno oggi sui campi e nei palazzetti degli altri sport, secondo le direttive del Coni.
REAZIONI - Abete ha riflettuto, si è confrontato telefonicamente con il direttore generale Valentini, col vice Albertini, spiegando loro il senso della sua volontà: « E’ doveroso fermarsi. Serve un segnale forte, un momento di riflessione, davanti a questa tragedia. Non siamo solo calcio-business, dobbiamo e possiamo dimostrarlo. E se dovessero arrivare critiche, meglio che siano per eccesso di rispetto che per mancanza di rispetto ». Il presidente ha anche deciso di non rilasciare a caldo commenti ufficiali. Poi si è messo in contatto con tutti i presidenti delle Leghe, da Beretta ad Abodi, da Macalli a Tavecchio. Non è sbagliato dire che qualcuno ha pensato a una iniziativa eccessiva da parte federale ma ufficialmente nessuno ha sollevato questioni di opportunità. Profondamente scosso, il presidente della B, Abodi: « Un immenso dolore che ci colpisce tutti. Un istante sconvolgente, su un terreno di gioco di un nostro stadio, ha portato via un ragazzo della nostra comunità, già colpito da un destino famigliare triste e infausto ».
Ci sono state anche le telefonate di Abete al presidente dell’Assocalciatori, Tommasi e a quello dell’Assoallenatori, Ulivieri. Anche Tommasi si è affidato poi a un comunicato: « Ora prevalgono l'amarezza e lo sconforto. Se nelle categorie professionistiche ci sono certe garanzie, decine di migliaia di ragazzi giocano nelle serie dilettantistiche con pochissimi controlli ». Ulivieri per parte sua Morosini lo aveva allenato a Bologna: « Me lo ricordo di una serietà, di una compostezza, di una educazione e di una serenità esemplari. Quel che è accaduto mi convince ancora di più della bontà del fatto di aver inserito, nelle materie obbligatorie per il patentino Uefa B, un corso di pronto intervento, compreso l'uso del defibrillatore ».
CLUB ITALIA - Particolarmente turbato Demetrio Albertini, ex compagno di Morosini nei suoi tempi di Bergamo, lui a fine carriera, Piermario agli inizi: « Un ragazzo d'oro, una tragedia immensa. Giusto fermarsi ». Il "prezzo" azzurro da pagare, se così si può dire, al nuovo calendario imposto dallo stop odierno, tra l'altro non è indifferente: mentre diventa in forse Scozia-Italia U.21 a Edimburgo il 25 aprile, salterà infatti l'atteso stage a Coverciano del 23 e 24 aprile (dato il nuovo turno infrasettimanale appunto il 25). Ma il primo a non porsi il problema è Cesare Prandelli: « Sono sconvolto. Dico che la Federazione ha avuto una reazione di grande sensibilità. Un segale che condivido in pieno. In caso contrario, l'idea di vedere in tv le immagini tragiche di Pescara, poi seguite magari da quelle dei gol delle partite mi mette i brividi. Non avrò così spazio per il mio stage? Non importa, non mi importa davvero ».
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