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Pjanic: “Con Spalletti sei mesi bellissimi, peccato averci lavorato così poco”

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Il bosniaco torna sul passato in giallorosso, con il rimpianto di aver vissuto troppo poco la gestione dell'allenatore di Certaldo

Redazione

Miralem Pjanic si racconta in una lunga intervista in cui parla del suo presente allo Sharjah, del passato alla Juventus e ovviamente alla Roma, non senza qualche rimpianto. Di seguito alcuni passaggi delle dichiarazioni del bosniaco rilasciate a 'Tuttosport':

"Sto vivendo qua a Dubai. Sono veramente entusiasta: voglio dare il massimo e vincere i titoli che ci sono da vincere, voglio entrare nella Champions League asiatica. Il livello è abbastanza buono, ovviamente è diverso da quello europeo, ma mi sta piacendo molto. Mi piacciono gli Emirati, l’organizzazione del club è ottima, abbiamo un bravo allenatore. Sono stato sorpreso in positivo".

La serie A la segue ancora? "Ovviamente! Seguo eccome! Della Juve ho visto praticamente tutte le partite".

Allegri e Spalletti sono molto diversi. "Io ho avuto la sfortuna di aver potuto lavorare con mister Spalletti solo sei mesi (stagione 2015-16): è stato un grandissimo piacere giocare nella sua squadra. Sono stati sei mesi bellissimi perché era proprio divertente il suo calcio. Non mi sorprende che ora il Napoli stia facendo così bene. Come sempre: le sue squadre sono toste da affrontare e belle da vedere. È un allenatore incredibile, veramente molto bravo. Il Napoli è primo meritatamente: gioca un bel calcio sia in campionato sia in Europa".

La più grande qualità di Spalletti? "La competenza, il suo modo di lavorare la fase difensiva e quella offensiva. Riesce a mettere molto bene la squadra sul campo, ha schemi preparati, movimenti preparati. I giocatori, in partita, sanno molto bene quello che devono fare. Se va tutto liscio in gara è perché Spalletti prepara il gruppo quotidianamente e minuziosamente. Richiede tanto, ma anche ti dà tanto. Poi lui è uno che non guarda i nomi. Non gliene frega niente di chi sei: guarda le prestazioni".

Potremo rivederla in Italia? "Sì! Io tornerò, l’Italia la amo. Sono molto affezionato. Tornerò presto allo Stadium. Il mercato di gennaio? Non so: per adesso nessuno mi ha chiamato".

Certo, la sua vita è stata una grande sfida vinta. Ora vive a Dubai, praticamente in un Paese da sogno. E pensare che tutto era iniziato in Bosnia, con la guerra, poi la fuga, i sacrifici… "Io so quanto ci ho lavorato per arrivare a certi livelli: ci ho messo tanta passione. Oggi sono in un altro continente, ma sto facendo sempre quello che mi piace: amo il calcio, lo seguo. Anche quando smetterò rimarrò in questo mondo. Tutto questo è stato un sogno. Ho giocato nelle più grandi squadre europee: in Francia, in Italia, in Francia, in Turchia. Sono state esperienze molto piacevoli sapendo la strada che ho fatto: dalla Bosnia, scappando dalla guerra, andando in Lussemburgo. Sono partito da un piccolo Paese con neanche mezzo milione di abitanti e sono arrivato a giocare al Lione, alla Roma, alla Juventus, al Barcellona, al Besiktas. E’ stata una grande rivincita per me e la mia famiglia. Oggi sto qua e provo a trasmettere certi valori anche a mio figlio".