rassegna stampa roma

Tensione M5S-Berdini: “Dice sempre no”

L'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma non ha più una posizione così salda. Nonostante l'apertura della giunta allo stadio della Roma, lui rimane negativo

Redazione

Rischia di diventare precaria la posizione di Paolo Berdini nella giunta di Virginia Raggi. A quasi cinque mesi dall'insediamento, le sue posizioni iniziano a sollevare più di un malumore tra i colleghi. Dalle sue deleghe passa buona parte dei progetti in grado di rianimare l'asfittica economia cittadina: dal nuovo stadio dell'As Roma al cantiere per la riconversione degli ex Mercati Generali fino al destino dell'ex Fiera di Roma e delle Torri dell'Eur. Berdini in questi mesi ha mosso rilievi significativi a molti di questi progetti e non è un mistero che tra i suoi obiettivi ci sia quello di rimettere mano all'intero piano regolatore. Tra i Cinque Stelle Romani, però, inizia a serpeggiare il timore di veder arenati investimenti privati per quasi tre miliardi di euro.

Nei giorni scorsi la giunta Raggi ha aperto sul nuovo impianto giallorosso a Tor di Valle, un progetto da un milione di metri cubi con un investimento da circa 1,5 miliardi di di euro. Si lavora per una parziale riduzione delle cubature delle tre torri previste a fianco dello stadio e delle opere di viabilità correlate, con il vice sindaco Daniele Frongia che ha dato la linea: "L'obiettivo è portare avanti il progetto". Solo due giorni dopo Berdini ha rimescolato le carte sostenendo che "se la Roma avesse scelto un'altra zona" ne sarebbe stato "molto più felice" e che "nel progetto attuale ci sono costi che non servono alla città ma solo al privato".

Lette le dichiarazioni del responsabile dell'Urbanistica due esponenti di spicco dei Cinque Stelle in Consiglio, mormoravano in Aula scuotendo il capo: "Questo dice no a tutto...". E anche in giunta, spiega Andrea Managò su 'Il Fatto Quodtidiano' c'è chi comincia a mettere in discussione il protrarsi della sua permanenza in Campidoglio. Nulla d'immediato, né d'irrimediabile: la Raggi non può permettersi nuovi sconvolgimenti prima del referendum, ma il titolare dell'Urbanistica è sotto osservazione. Di sicuro non piace allo staff della sindaca il suo essere difficilmente rintracciabile e poco allineato sul fronte comunicativo: tutti i suoi colleghi parlano via social, lui a stento risponde al telefono.