(Corriere dello Sport/Infopress - R.Loria) - Dino Zoff allora non lo poteva sapere. Eppure il 10 febbraio 1999, giorno dell’amichevole tra Italia e Norvegia, nella storia del calcio italiano rappresenta la data del passaggio di testimone tra due campioni assoluti, tra i più grandi che abbiano calcato i nostri campi e vestito la maglia azzurra.
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Zoff: Due fuoriclasse autentici Francesco è stato l’erede di Roby
(Corriere dello Sport/Infopress – R.Loria) – Dino Zoff allora non lo poteva sapere. Eppure il 10 febbraio 1999, giorno dell’amichevole tra Italia e Norvegia, nella storia del calcio italiano rappresenta la data del passaggio...
Il passaggio di testimone tra il trentaduenne Roberto Baggio e il ventiduenne Francesco Totti. Fu quella l’unica partita in cui i due numeri 10 si trovarono in campo insieme. Dino Zoff, tecnico di quella Nazionale che sarebbe arrivata a un passo da titolo europeo, regalò loro diciannove minuti di convivenza su una linea d’attacco completata da Marco Delvecchio. A dodici anni da quella gara Zoff si guarda indietro e non si sorprende di nulla. «Totti è stato senza dubbio l’erede di Baggio. Già allora sapevo che aveva le qualità per diventarlo e la sua carriera e i suoi numeri lo confermano. Credevo molto in lui e ritengo che le cose migliori a livello internazionale le abbia fatte proprio con me » . Lo dice con malcelato orgoglio l’ex portiere e tecnico della Nazionale che di Baggio, invece, ha potuto cogliere solo la parabola discendente. «Sono due grandi del calcio italiano. Due fuoriclasse autentici. Due artisti. Gente capace di giocare e far giocare, di segnare e far segnare » . Due grandi, anzi due tra i più grandi di sempre. «Sono in buona compagnia, ma in un’ipotetica classifica dei migliori giocatori italiani di sempre occupano sicuramente le primissime posizioni » . Così come Totti rappresenta il top tra i giocatori allenati da Zoff in carriera. «Tra Nazionale e Lazio ho avuto la fortuna di allenare tanti campioni. Francesco forse è il più grande di tutti » . Due straordinarie carriere e due grandi rimpianti. «Francesco avrebbe potuto ottenere qualcosa di più a livello internazionale con il club. A Baggio manca quel mondiale soltanto sfiorato nel 1994» .
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