(Il Romanista - P.Moure) -«Mi ricordo di una partita giocata a Udine nella quale vincemmo 1-0 con un mio gol. E per i tifosi dell’Udinese fu un’impresa enorme e io ho potuto offrire loro quella gioia».Inizia così la chiacchierata con Arthur Antunes Coimbra, al secolo Zico.
rassegna stampa roma
Zico: «Luis vi farà divertire»
(Il Romanista – P.Moure) – «Mi ricordo di una partita giocata a Udine nella quale vincemmo 1-0 con un mio gol. E per i tifosi dell’Udinese fu un’impresa enorme e io ho potuto offrire loro quella gioia».Inizia così la...
Uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, il numero 10 di quel Brasile del 1982 che ancora ci si chiede come abbia fatto a non vincere il Mondiale di Spagna. Per due stagioni tra il 1983 e il 1985 fu il simbolo dell’Udinese, la prossima avversaria della Roma. A ricordare la sua grandezza ci sono i 22 gol segnati in 39 partite nel campionato italiano più tutti quelli (circa 150) nel Flamengo. E la sfida di tanti anni fa a cui si riferisce il Galinho è quella del 6 novembre 1983. La vittoria dei bianconeri in quella occasione fu sorprendente, se non altro perché di fronte c’era la Roma campione d’Italia con in campo Falcao e Cerezo. Zico con la sua classe riuscì a portare in alto quell’Udinese. Ma in alto c’è anche quella di oggi che è stata una sorprendente conferma dopo le cessioni estive.
Quali sono i segreti del miracolo Udinese?Non credo che si tratti di un miracolo. L’Udinese ha un grande allenatore e una squadra formata da giocatori importanti. Con queste premesse diventa più facile ottenere buoni risultati. Posso solo dire che da ex mi auguro che duri.
Cosa ne pensa della Roma attuale?Sono convinto che sia una buona squadra, perché è il giusto mix di giocatori con esperienza e giovani interessanti che hanno voglia di far bene. E poi c’è il fattore tifo. Quello della Roma ti carica anche nei momenti difficili. Roma è una grande piazza per giocare a calcio.
E di Luis Enrique cosa ne pensa?Può far bene in Italia? E’ un allenatore giovane, ma è stato un grande giocatore e conosce bene il calcio italiano. Per questo motivo non vedo perché non possa avere successo. Bisogna dargli tempo, poi però sono sicuro che i tifosi della Roma si divertiranno con il tipo di calcio che Luis Enrique sta tentando di proporre. Qual è il giocatore della Roma che ti piace di più. Di quelli della vecchia guardia mi piace molto De Rossi, lo ritengo un giocatore straordinario. Dei nuovi mi piacciono Bojan e Gago. E con giocatori diquesto livello la Roma sarà sicuramente protagonista già in questo campionato.
E Totti?Il capitano può essere ancora importante?Totti l’ho sempre ammirato per la sua grande capacità di giocare a calcio. L’età non significa nulla, se Francesco sta bene fisicamente può essere determinante in qualsiasi momento. E poi è uno di quei giocatori che per un allenatore è sempre fondamentale avere. Quando le cose diventano difficili, lui con la sua esperienza può darti una mano.
Tra poco si aprirà la finestra di mercato invernale. A parte Neymar che è il giocatore più ambito dai club europei, quale calciatore brasiliano raccomanderebbe alla Roma?Senza dubbio Lucas, mezz’ala del San Paolo. Vi assicuro che è un grande giocatore e poi è ancora giovane (è nato il 13 agosto del 1992, ndr). Sarà uno dei protagonisti della nazionale brasiliana. Ha forza, tecnica e rapidità. Insomma ha tutte le caratteristiche per sfondare anche nel calcio italiano.
In Italia c’è stato da giocatore, ora ci pensa di tornare da allenatore?Adesso penso solo a portare l’Iraq al Mondiale in Brasile. Sarà un’impresa difficile, ma ci tengo molto. Dopo aver centrato questo obiettivo, un’esperienza da tecnico in Italia mi piacerebbe farla. L’Italia è un Paese straordinario, dove ho vissuto veramente bene e dove il calcio è sempre interessante. Dopo essere stato un grande calciatore ormai da anni il calcio lo vede dall’altra parte, dalla panchina.
Per lei quanto conta l’ellenatore nel calcio moderno?Quello che conta sono sempre i giocatori. Quando hai a disposizione grandi calciatori, tutto diventa facile. Anche il semplice fatto di non complicare le cose, per un allenatore può essere la carta vincente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA