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Zeman: «Meglio da esterno», Colomba: «E’ una prima punta e vuole giocare in quel ruolo»

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) Osvaldo può prendersi la sua ri­vincita in Italia. Chi lo conosce bene è pronto a scommettere. A cominciare da Zeman, con il quale a Lecce realizzò otto gol.

Redazione

(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) Osvaldo può prendersi la sua ri­vincita in Italia. Chi lo conosce bene è pronto a scommettere. A cominciare da Zeman, con il quale a Lecce realizzò otto gol.

Di lui il boemo oggi dice: «Osvaldo è uno dei giocatori più completi che abbia avuto, un ragazzo che ha tanta voglia di emergere e quando l’ho allenato mi ha da­to molte soddisfazioni. E' un giocatore che può rendere di più da esterno anche se ha le caratteristiche fisiche da centrale, ma credo che da esterno abbia più spazi per giocare e per andare a segnare».

CENTRAVANTI -Franco Colomba lo ha alle­nato per tre mesi a Bologna, prima che l’argentino fosse ceduto all’Espanyol:«E’ un grande talento tecnico e fisico, non gli manca nulla sotto entrambi i punti di vi­sta. E’ maturato in questi due anni e non mi stupisce che sia tornato in Italia. E’ tor­nato con una valutazione diversa rispetto a quando era andato via da Bologna, ma oggi le cifre sono queste, dopo i tanti gol che ha segnato in Spagna. Parliamo di una punta veloce, tecnica, che ha un bel tiro e buon dribbling. E’ una prima punta e pre­dilige giocare in quella posizione. Ester­no? Insomma, ma non spetta a me giudica­re come verrà utilizzato nella Roma. Osvaldo vuole giocare da prima punta e questo è stato uno dei motivi che lo hanno spinto a lasciare Bologna. Aveva davanti Zalayeta e Di Vaio, Osvaldo era molto ta­lentuoso ma anche impaziente».

QUALITA’ -Stefano Colantuono è stato il suo primo allenatore in Italia, quando nel 2006 guidò i bergamaschi al ritorno in serie A. Aveva intuito subito le qualità dell’argen­tino:«Perse quattro mesi per un ritardo del transfert e l’ho potuto utilizzare poco solo nel finale. Ma si vedeva che aveva quali­tà. Ho avuto l’impressione che fosse un ra­gazzo serio, a posto, se dopo ha avuto qual­che problema non lo so. Quell’anno diede il suo piccolo contributo per il ritorno in serie A, il grosso era già fatto, lo feci gio­care quando eravamo già al sicuro. Alle­narsi senza giocare è sempre difficile».Co­lantuono racconta come arrivò in Italia il giovane Osvaldo:«Fu un’intuizione di Zan­zi, che mi segnalò questo giovane attac­cante. Adesso che è tornato in Italia può confermare il suo valore, forse in passato può aver avuto un rendimento altalenante, ma credo che adesso abbia trovato la ma­turazione definitiva. E’ cresciuto e nellaRoma può fare bene».

SENSO DEL GOL- Pantaleo Corvino lo ha vo­luto a Firenze dopo i suoi primi passi in Italia:«L’ho visto giocare per la prima vol­ta in Argentina in alcuni tornei giovanili, poi è arrivato in Italia, ma per me non è stato una novità. Avevo già intravisto le sue capacità in Argentina. Di lui mi ha col­pito la destrezza, la velocità di movimen­to e di pensiero. Ha una straordinaria capacità di trasformare in una azione perico­losa quello che un attimo prima era un di­segno nella sua mente. Ha personalità e un eccellente senso del gol. Non a caso avevo deciso di portarlo a Firenze. Non era una scommessa per me. Il fatto che la Roma ci abbia creduto non mi ha sorpre­so, le sue potenzialità non è da adesso che si conoscono».