rassegna stampa roma

Wenger-Arsenal, il divorzio è più vicino

(Il Romanista-F.Bovaio) Arsene di nome e di fatto. Probabilmente perché il nome ispira il ricordo di quell’Arsene Lupin suo connazionale (ma solo in letteratura) passato alla storia come il “ladro gentiluomo”.

Redazione

(Il Romanista-F.Bovaio) Arsene di nome e di fatto. Probabilmente perché il nome ispira il ricordo di quell’Arsene Lupin suo connazionale (ma solo in letteratura) passato alla storia come il "ladro gentiluomo".

Per fortuna del suo omonimo Wenger ha preso il pregio (gentiluomo lo è sia in campo che fuori) ma non il difetto, perché lui i risultati non riesce proprio a rubarli. Anzi, forse glieli rubano. Ricordate le due sfide nella Champions di quest’anno con il Barcellona marcate da evidenti errori arbitrali a danno del suo Arsenal? Roba che al suo posto Mourinho sarebbe diventato matto dalla rabbia imprecando contro tutto e tutti. Da Wenger, invece, appena un sibilo, nello stile del personaggio, ora accostato alla panchina della Roma per la stagione che verrà soprattutto perché all’Arsenal negli ultimi sei anni non ha vinto niente. Troppo per una società come quella londinese, abituata a sollevare trofei in serie. Gli stessi che alzò al cielo nel primo decennio con Wenger, che alla guida dei Gunners arrivò nell’ormai lontano 1996 per poi vincere 3 campionati, 4 Coppe d’Inghilterra e altrettante Charity Shield/Community Shield. Tutto fino al 2005, l’anno in cui si aggiudicò la sua ultima Coppa d’Inghilterra. Poi più nulla, ma con tanti complimenti, visto che il suo Arsenal è stato la squadra innovatrice per eccellenza nel paese degli inventori del football, fino all’arrivo di Wenger ancorati ai retaggi del passato come il palla lunga e pedalare.

Il francese iniziò con la de-inglesizzazione dell’Arsenal imbottendolo di francesi (ma solo i giovani migliori su piazza) per poi insegnargli un calcio molto continentale fatto di trame e passaggi che mandò in crisi quello d’oltremanica. Per questo a Londra è piaciuto subito, come a lui piacque immediatamente la città, nella quale si trova a meraviglia. Ora, però, dicono che il nuovo azionista di maggioranza del club (americano come il vecchio) sia stufo di possedere una squadra bella e perdente e così, se anche quest’anno andrà buca, potrebbe stracciare il contratto con Wenger, in scadenza nel 2014. E poiché la sconfitta di Pasqua sul campo del Bolton per 2-1 ha allontanato i Gunners dalla capolista Manchester United (ora distante 9 punti) facendoli addirittura scivolare al terzo posto dietro al redivivo e odiatissimo Chelsea (secondo con 3 punti in più dell’Arsenal e 6 in meno dello United) i mugugni intorno al francese aumentano.