(Corriere dello Sport - C.Beneforti) Sette giorni dopo una domenica tutta da dimenticare, Emiliano Viviano chiede scusa a Bologna, perché per niente al mondo vuole lasciarla così, senza abbracciare quella gente che per due anni interi lo ha fatto salire sul trono e che ora è arrabbiata sentendosi tradita.
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Viviano: “Se la Roma vuole, sono pronto subito”
(Corriere dello Sport – C.Beneforti) Sette giorni dopo una domenica tutta da dimenticare, Emiliano Viviano chiede scusa a Bologna, perché per niente al mondo vuole lasciarla così, senza abbracciare quella gente che per due anni...
Certo, tradita, considerato che Viviano ( e quasi tutto il resto della squadra, a parte Malesani, Di Vaio e Moras) alla fine di Bologna- Bari non è andato sotto la curva. Che applaudiva e regalava cori dolci al Bologna, nonostante l’umiliante sconfitta. Ecco, prima di lasciarla, perché Viviano e il Bologna sembrano già lontani, il portierone di Firenze tiene a fare la pace con Bologna, con una città che gli ha dato danto e « nei confronti della quale sarò sempre riconoscente » . Viviano poi mette in piazza quelle che sono le sue speranze per il domani. Che potrebbe essere alla Roma o al Genoa ma che dovrà essere all’Inter più avanti.
Viviano, ormai siamo ai saluti tra lei, il Bologna e Bologna. «Può darsi di sì e può darsi di no, anche se a questo punto ci sono buone probabilità che me ne vada».
La decisione definitiva chi deve prenderla? «Devono parlare di nuovo Inter e Bologna, e a quanto ho capito una soluzione potrebbe essere trovata entro tempi brevi dopo il colloquio che c’è stato tra il presidente Massimo Moratti e Bagni».
Ma la sua idea qual è? «La mia idea è che nel caso in cui saltasse fuori un’occasione importante sia per me che per il Bologna, che a quel punto con me potrebbe fare cassa, sarei pronto ad andarmene».
Per andare a fare il titolare? « Questo è sicuro. Attenzione, non è che io non voglia andare a fare il secondo all’Inter, posso assicurarvi che questo non è neanche l’obiettivo dell’Inter».
Come dire: fino a quando all’Inter ci sarà Julio Cesar, non potrà esserci Viviano. «E’ così, anche l’Inter è d’accordo».
Lei più di una volta aveva detto che fare un altro anno a Bologna sarebbe stato costruttivo: cosa le ha fatto cambiare idea? «Ho l’impressione che prima ci fossero più certezze. Poi lo sapete come sono fatto, ammetto di avere l’ambizione di poter giocare in una squadra che lotta per altri traguardi».
Come la Roma, tanto per intenderci. «Mi dicono che la Roma sia interessata a me, ma non mi sembra che per il momento ci sia qualcosa di concreto. Comunque non ci sarebbe solo la Roma... ».
Si riferisce al Genoa? «Sì, mi risulta che anche il Genoa mi voglia».
Ma lei chi vorrebbe tra la Roma e il Genoa? «Un conto sono gli interessamenti e un conto è quando due società si mettono a sedere attorno a un tavolo. E poi non so quale sia il pensiero dell’Inter su queste due richieste».
Non ha risposto: lei all’Inter avrà fatto sapere dove preferirebbe andare a giocare tra Roma e Genoa. «Non ho ancora parlato di futuro con l’Inter. Al di là di ciò dico che sono due piazze molto importanti, anche se differenti ».
Lei accetterebbe di andare sia a Roma che a Genova, dunque? «Sì. Poi è anche vero che la scelta definitiva dipenderebbe dai programmi della società e anche dalla formula del trasferimento».
Il che significa che non vorrebbe muoversi in prestito? «Non avrei alcun problema a muovermi in prestito e questa formula potrebbe anche essere la più gradita all’Inter».
Ci sembra di capire che il suo domani continua a vederlo a Milano. «L’obiettivo è arrivare là un giorno».
Lei è ritenuto almeno da Prandelli uno dei tre più forti portieri d’Italia. «E ciò mi fa essere un uomo felice. Da parte mia io lavoro al massimo per meritarmi sia la Nazionale che l’Inter».
Ma anche in Nazionale deve saper attendere il suo turno. «E attendo volentieri, Buffon è ancora il più forte portiere del mondo».
Ma lei sa che la gente di Bologna si è legata al dito quello che è successo alla fine di Bologna-Bari? «Vi riferite al fatto che non sono andato sotto la curva?».
Sì. A proposito, perchè non ci è andato? «Perché sono un c... ne. Giuro, ero talmente arrabbiato per lo 0-4 che non ho pensato al fatto che fosse l’ultima partita. Voglio chiedere scusa a tutti».
Una parte di Bologna c’è rimasta talmente male da dire addirittura che ora Viviano può anche andarsene. «Ci sono rimasto male io prima di tutti. Comunque, non per giustificarmi, ma una cosa voglio dirla. In due anni a Bologna non sono andato sotto la curva solo una volta, domenica passata».
Appunto: quello dell’addio per lei, e per quanto riguarda la squadra quello di far dimenticare un finale di campionato da mani nei capelli. «Quello che ci è accaduto è difficile da capire, anche perché nel caso in cui lo avessimo capito avremmo evitato di fare quelle brutte figure».
Mica dirà che è colpa della società, con tutti quei presidenti cambiati? «Le colpe sono sempre di quelli che vanno in campo, anche se in qualche misura tutti questi cambi possono aver finito per incidere».
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