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Viviano: carbonara e la Viola, ecco le due facce del portiere bomber

(Il Romanista – V.Valeri) In questi giorni si parla molto di trequartisti e difensori, di esterni alti e centravanti. Ma la Roma la prossima stagione deve ripartire da un portiere.

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(Il Romanista - V.Valeri) In questi giorni si parla molto di trequartisti e difensori, di esterni alti e centravanti. Ma la Roma la prossima stagione deve ripartire da un portiere.

Doni ha perso la fiducia dei tifosi per colpa di prestazioni imbarazzanti, Julio Sergio non ha affatto digerito l’aver perso il posto con l’addio di Ranieri e negli ultimi tre mesi di campionato è stato sempre fuori per un misterioso infortunio. L’unico che potrebbe, in extremis, conservare un posto in rosa come terzo, è il romeno Bogdan Lobont. È d’obbligo, dunque, che Walter Sabatini dopo aver concluso la questione– allenatore, pensi a individuare e bloccare un ottimo numero 1. Si è parlato moltissimo di Gigi Buffon, poi di Handanovic ma anche del romano Rosati e del romanista Amelia; un nome che nelle ultime ore prende quota e si piazza subito alle spalle dell’estremo difensore juventino è quello di Emiliano Viviano, classe 1985, a metà tra Bologna e Inter. Il ragazzo, nato all’ospedale di Fiesole il 1° dicembre, ha disputato un’ottima stagione in rossoblu, contribuendo fattivamente alla salvezza anticipata della squadra di Malesani. Per lui 38 presenze su 38 incontri, fiducia totale da parte dell’ambiente e un occhio di riguardo di Massimo Moratti, che ne detiene metà del cartellino.

L’ATTACCANTE DI PERETOLA - Emiliano Viviano non ha sempre giocato in porta. Come spesso succede, la sua investitura da numero 1 è avvenuta per puro caso. Il suo ruolo da bambino, infatti, era quello di attaccante nel “Firenze Ovest”, squadretta di riferimento del quartiere Peretola nella città gigliata. In campo o nel cortile di casa, Emiliano amava correre palla al piede e tirare in porta urlando «Gol!». Ma un pomeriggio come tanti, prima di una partita del campionato giovanile locale, il portiere della sua formazione si ammala e il mister manda lui in porta, forse perché il più alto. Da quel momento i guantoni non glieli hanno fatti più togliere, e mai scelta fu più azzeccata. Lui stesso, però, sul suo sito ufficiale – rigorosamente dalle tinte viola – spiega che «non è stato facile coniugare il mio carattere vivace ed estroverso con il ruolo solitario e silenzioso del portiere». Ma Emiliano trova un nesso quasi poetico con il centravanti: «Entrambi così soli eppure così determinanti ».

DAL VIOLA ALL’AZZURRO - Cresciuto nelle giovanili della sua squadra del cuore, la Fiorentina, Emiliano ha dovuto ripiegare su Brescia nel 2002 a seguito del fallimento di Cecchi Gori. A 17 anni ha iniziato, dunque, la sua avventura con le Rondinelle; prima due anni in A giocando solo nella Primavera, poi una stagione in prestito al Cesena dove si è fatto ben volere e ha conquistato la promozione a primo portiere del Brescia l’anno successivo, in B. Centoquarantatrè presenze tra i cadetti lo fanno crescere, e così Viviano viene acquistato il 2 febbraio 2009 per metà dai nerazzurri, che versano nelle casse lombarde tre milioni e mezzo di euro. La stessa cosa fa il Bologna sei mesi dopo, mandando Della Rocca a Brescia. Il 22 agosto di due anni fa, proprio contro la “sua” Fiorentina, Emiliano esordisce in serie A e si mette subito in mostra. Guascone, compagnone, ridanciano: il ragazzo di Fiesole, sposato e con una bambina, sembra rispecchiare alla grande il profilo genetico del romano. Qui nella capitale, non è un segreto, Viviano si troverebbe benissimo e un pensiero ce lo sta facendo. L’Inter, infatti, ci sta pensando, ma alla fine si dovrebbe tenere stretto Julio Cesar con Castellazzi come secondo. A Bologna ha tanti amici, ma il portiere 25enne vorrebbe il salto di qualità, un’occasione per vivere un’avventura importante e guadagnare gara dopo gara la piena fiducia di Cesare Prandelli, che già lo ha convocato diverse volte in Azzurro. La sua prima da titolare con l’Italia è stata il 7 settembre 2010, ancora una volta con il viola nel destino, perché si giocava contro le Far Oer al Franchi. E se poi vieni a sapere che la figlioletta si chiama Viola, il cerchio si chiude.

AMORE E DISCREZIONE - Viviano ha conosciuto la sua attuale moglie quando aveva solo 17 anni. Lei, Manuela, qualcuno in più. I primi tempi lo accompagnava alla stazione di Brescia per prendere il treno verso Firenze, poi sono passati a convivere. Cinque anni e la fatidica proposta: «Sposiamoci». Detto, fatto: nel 2008 prima le nozze civili, poi quelle in chiesa dopo il viaggio a Pechino per le Olimpiadi dove il portiere toscano è stato eliminato ai quarti dal Belgio con l’Under 21. Della coppia, esclusa qualche intervista, si legge poco e niente. Non sono tipi da copertina patinata, da paparazzata hot e da litigi in eurovisione. Anche nei gusti, Viviano è un ragazzo come gli altri: ama ascoltare De Gregori e i Metallica, mangiare carbonara e fiorentina, guardarsi il Gladiatore. Non possiamo fare a meno di notare, quindi, che alcune preferenze sembrano richiamare esplicitamente alla nostra città. E allora quale modo migliore per avvicinarsi a certe abitudini, di andar loro incontro cambiando squadra e piazza? Verosimilmente il valore di Viviano viaggia tra i 7 e i 10 milioni di euro al massimo, ma lo scoglio maggiore è rappresentato dalla presenza dell’Inter nell’affare. Dalle parti di Appiano Gentile potrebbero decidere di mantenerne in pugno la metà, lasciando che quella del Bologna finisca alla Roma, ma al contempo aspettando che cresca il suo prezzo per ottenere il massimo da un’eventuale cessione. Una situazione spinosa, possibilmente da evitare, anche se una cosa è certa: Emiliano Viviano non ha proprio voglia di fare la riserva a nessuno e per lui la Roma è una dimensione ideale. L’Inter è avvertita.