(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) - Glielo auguro, ma arrivare a giocare a 45 anni con il ritmo del calcio moderno è davvero difficile, se non impossibile ». Il parere è di Walter Vio, preparatore atletico, ex Palermo e Lazio.
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Vio: «Il problema sono i tempi di recupero e le fibre bianche L’età penalizza la forza»
(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) – Glielo auguro, ma arrivare a giocare a 45 anni con il ritmo del calcio moderno è davvero difficile, se non impossibile ». Il parere è di Walter Vio, preparatore atletico, ex Palermo e Lazio.
« A livello di resistenza il problema non sarebbe insormontabile. Ma per la forza non c’è niente da fare, quella con il passare del tempo viene meno».
FIBRE- Per spiegare meglio le dinamiche del problema, Vio parla di fibre rosse e bianche:«Le rosse sono quelle relative all’aerobica, della resistenza. Una persona che corre tutti i giorni può correre anche in età avanzata. Le fibre bianche invece sono relative alla potenza, all’esplosività, alla forza. Tutti fattori determinanti nel calcio che si gioca oggi. Con il passare degli anni le fibre bianche calano, e non c’è rimedio, è una questione di età». E poi, altro fattore fondamentale, il recupero:«A vent’anni - spiega Vio -si recupera in fretta, basta una giornata di riposo. A quaranta è già tutta un’altra cosa, i tempi di recupero si allungano di molto, c’è bisogno necessariamente di più tempo. Ripeto, arrivare a 45 anni e giocare ancora è davvero difficile. I portieri? E’ un ruolo diverso, non devono correre. Certo, Totti con il tasso tecnico può ovviare a un po’ di fatica, per lui sarebbe più semplice. Ma alla fine sono i ritmi del calcio moderno a rendere tutto piùdifficile ».
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