(Il Romanista - G. Dell' Artri) - Un nome si aggiunge e un altro sembra scomparire definitivamente dall’elenco. Da quale elenco? Da quello dei possibili candidati alla panchina della Roma del prossimo anno. Della ristretta cerchia dei papabili non sembra più far parte Andrè Villas Boas.
rassegna stampa roma
Villas Boas: “Io resto al Porto”
(Il Romanista – G. Dell’ Artri) – Un nome si aggiunge e un altro sembra scomparire definitivamente dall’elenco. Da quale elenco? Da quello dei possibili candidati alla panchina della Roma del prossimo anno. Della ristretta...
Ovvero lo “special two”, in quanto erede di Mourinho, anche se conoscendolo è facile immaginare che il nomignolo non gli piaccia affatto. Comunque è lui, l’allenatore del Porto che ha dominato in patria e che è ad un passo dalla vittoria in Europa League dove incontrerà il Braga dell’ex portiere giallorosso Artur e nella quale è strafavorito. Bene, il suo nome nelle scorse settimane è stato accostato a quello di alcune grandi del calcio europeo, tra cui anche la Roma. Lui però non sembra avere alcuna intenzione di lasciare il Portogallo e lo ha ribadito nell’ultima conferenza stampa: «Il mio futuro, come sapete, è interamente legato al Porto, non so nulla di interessi da parte di altri club». Una porta sbattuta in faccia a tutti? Sì, forse. Anche se, andando a leggere il Jornal de Noticias, quello dal quale i siti italiani hanno ripreso le dichiarazioni, si scopre che la risposta del tecnico è stata data in relazione solamente a presunti contatti con Chelsea e Juventus. E la Roma? In teoria dovrebbe valere lo stesso discorso, ma in certe cose è sempre meglio non dare nulla per scontato. Resta comunque il fatto che quella legata al nome di Villas Boas è un’ipotesi remota. Ma se il portoghese perde contatto dal treno dei candidati per la panchina della Roma, su quel treno sembra salirci un altro tecnico: Delio Rossi. Che ha il pregio di essere riconosciuto da tutti gli esperti come uno degli allenatori più preparati d’Italia, ma ha anche il difetto di avere allenato la Lazio per molti anni. Lui però, dopo aver raggiunto la finale di Coppa Italia col suo Palermo facendo fuori il Milan neo campione d’Italia, non sembra considerarlo un ostacolo ad un suo possibile ritorno nella Capitale ma questa volta in giallorosso. «Se posso allenare la Roma? Sono un professionista - ha detto intervenendo in diretta a Radio Radio - e anche se ho dei trascorsi da laziale, di cui vado orgoglioso, non vedo perché non potrei allenare la formazione giallorossa. Per me non ci sarebbe nulla di scandaloso, l’importante è trovarsi al centro di un progetto tecnico, sia al Palermo sia altrove». Lui la porta non la chiude, anzi la lascia abbastanza aperta per far passare uno spiraglio chiamato Pastore: «Il ragazzo ha poco più di vent’anni - ha spiegato Rossi - e deve ancora crescere, ma quest’anno ha segnato già diversi gol e non so quanti altri giocatori alla sua età avrebbero espresso lo stesso rendimento». Poi per l’argentino arriva l’investitura. Un grande complimento, un paragone ingombrante, anche se fa sognare i tifosi giallorossi: «Per lui prevedo un futuro in una posizione più arretrata, secondo me ricorda Falcao, lo vedo come un centrocampista in grado di giocare a tutto campo». L’ultima battuta è su Bovo: "Se avesse un cognome brasiliano, sarebbe già alla Roma".
© RIPRODUZIONE RISERVATA