rassegna stampa roma

Verso il futuro

(Il Romanista-S.Romita) Abbiamo chiuso vincendo davanti a un pubblico latitante un campionato il cui bilancio, a detta degli stessi giocatori, è stato negativo. E i fischi, immeritati, rivolti a Vucinic dopo il suo bellissimo gol,

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(Il Romanista-S.Romita) Abbiamo chiuso vincendo davanti a un pubblico latitante un campionato il cui bilancio, a detta degli stessi giocatori, è stato negativo. E i fischi, immeritati, rivolti a Vucinic dopo il suo bellissimo gol,

fotografano tutta l’insoddisfazione di una tifoseria che giustamente attendeva di rigiocare la Champions, di finire quanto meno alle spalle della prima classificata. Di battersi insomma fino all’ultimo per un sogno.

Abbiamo giocato e vinto l’ultima partita in casa contro una Sampdoria già in serie B mettendo in campo tre punte e portandole tutte in rete ma dovendo contare su di una difesa tra le più perforate del torneo. Se dipendesse solo dai gol subiti saremmo quasi da fanalino di coda. Giusto dispiacersi. Giusto recriminare. Ma vivere e andare avanti quasi tutto un anno con le incertezze societarie, i dubbi amletici sul futuro collettivo e dei singoli, con la troppa anarchia gestionale e la confusione di ruoli non può certo aver giovato a nessuno. E, se ci fermiamo a pensare a questo, troppo bene è andata. Abbiamo assoluta necessità di un portiere che trattenga il pallone. Ci servono polmoni seri e freschi sulle fasce e in mezzo al campo. Vorremmo una Roma che non faccia sembrare Loria un gigante. E desidereremmo tanto una squadra che intimorisca, faccia pressing e attacchi per tutta la durata della partita. Travolgente in casa. Smargiassa, compatta e matematicamente tagliente in trasferta. Una panchina lunghissima piena di campioni tra cui non saper a chi dire "togliti la tuta che entri".

E’ la Roma del futuro che speriamo abbiano in testa James Pallotta e DiBenedetto. Ma è stata in parte anche la Roma del passato costruita da Franco e Rosella Sensi, a cui oggi va tutto il ringraziamento possibile per i bellissimi anni, e le soddisfazioni, che ci hanno regalato. Si è chiusa ieri non solo e semplicemente una fase, ma un’epoca. Se ne apre oggi un’altra, completamente diversa e nuova: nella gestione, nelle attese, nei programmi. La Roma sul mercato avrà un valore del tutto innovativo e rivoluzionario. Come gli Harlem Globettrotters di un basket remoto, dovrà sapere creare attese e gioia tali da far riempire gli stadi dovunque sarà chiamata ad esibirsi. Ci vorranno almeno un paio di anni perché ciò possa avvenire. C’è infatti da rifondare. Ma non certo da zero. Abbiamo il miglior vivaio italiano, se non europeo. Abbiamo promesse in crescita. Abbiamo certezze in campo, De Rossi, Burdisso, Borriello, Vucinic, Pizarro.

E abbiamo i piedi di Dio fermi a 207 centri. Possiamo guardare al futuro con serenità, speranze, e orgoglio. Il passato è ora nel più amato e curato dei cassetti di casa. Andiamo avanti preparandoci con cura alla nuova stagione. Pensiamo a vincere in Europa League, poi vinceremo tutto il resto.