rassegna stampa roma

Vedove e fedelissimi cambiano carro in corsa

(Il Tempo-T.Carmellini) Ci siamo! Manca una firma e qualche angoletto da smussare prima che la cessione della Roma diventi ufficiale. Un passaggio epocale per il club giallorosso che ambisce a tornare nel gotha del calcio internazionale.

Redazione

(Il Tempo-T.Carmellini) Ci siamo! Manca una firma e qualche angoletto da smussare prima che la cessione della Roma diventi ufficiale. Un passaggio epocale per il club giallorosso che ambisce a tornare nel gotha del calcio internazionale.

L’arrivo di DiBenedetto a Roma (caso strano esattamente diciotto anni fa Totti esordiva in serie A) è la conferma di come si sia arrivati, seppur in tempi infinitamente lunghi, alla quadratura del cerchio: unica soluzione possibile per garantire un futuro dignitoso alla Roma che era e resta l’unico bene comune.

Un bene fin troppo trascurato per altri interessi e che è servito spesso per secondi fini: così come tutte le operazioni che si stanno provando a chiudere in questi giorni, in fretta e furia, per assicurarsi qualcosa anche in futuro. Una sorta di raschiamento del barile che ha fatto inevitabilmente irritare i futuri proprietari che, ovviamente, sono al corrente già da tempo su tutto ciò che succede e sta succedendo all’interno del fortino di Trigoria. Insomma qualche «talpa» sta lavorando da tempo per i nuovi proprietari, aspettando i nuovi quadri dirigenziali e la sistemazione dei tasselli che risulterebbero essere di troppo. A conti fatti: russi, arabi, cinesi, tedeschi e nuovi americani. E meno male che c’erano «solo i Sensi» verrebbe da dire ora. Ce lo hanno fatto credere per mesi, anni. O meglio ci avevano provato perché le offerte arrivate nel corso degli ultimi anni sarebbero state rispedite dirette al mittente, o non sarebbero state proprio prese in considerazione, o, ancor peggio, qualcuno dice «insabbiate»: condizionali d’obbligo vista la delicatezza del caso e senza nulla togliere nulla al grande Franco presidente dell’ultimo scudetto giallorosso.

Ma i giochetti, in tutti i sensi, sono finiti, le pressioni politiche non possono più nulla e così gli amici degli amici: se non garantire un futuro dignitoso e la possibilità di mantenere un tenore di vita ormai acquisito a chi non è riuscito a saltare in corsa sul carro dei vincitori. Eppure c’è ancora chi si ostina a far finta di nulla, a non rendersi conto di come sia inutile continuare a pensare al passato, dispensar veleni e invece di cercar di capire cosa stia realmente succedendo (perché in molti parlano o scrivono senza sapere... è evidente!), si nasconde dietro a dubbi amletici continuando a sperare nel crollo dell’ultimora, nell’imprevisto in grado di far saltare tutto: improbabile ormai arrivati a questo punto. Ma la cosa più imbarazzante è che proprio i più fedeli ai passati gestori, coloro che erano pronti a gettarsi nel fuoco per la vecchia proprietà, sono stati i primi a bussare alla porta dello Zio Tom e solo dopo non aver ricevuto risposta alcuna, si sono trasformati da vedove in improbabili prefiche. Che tristezza! È proprio ora di voltar pagina o meglio... di cambiar aria.