(Il Messaggero - S.Carina) - Il primo approccio, almeno a livello umano, è stato positivo. Thomas DiBenedetto e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fanno il loro ingresso nell’aulaGiulio Cesare come fossero amici di vecchia data. Sorridenti, posano per i fotografi con l’imprenditore americano che per almeno un minuto poggia una mano sulla spalla del primo cittadino,che lo guarda sorpreso e divertito.
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Uno stadio per Tom
(Il Messaggero – S.Carina) – Il primo approccio, almeno a livello umano, è stato positivo. Thomas DiBenedetto e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fanno il loro ingresso nell’aulaGiulio Cesare come fossero amici di vecchia data....
«L’incontroèandatobene, cirivedremo presto», il fugace commento di DiBenedetto che prima di lasciare il Campidoglio – destinazione Trigoria (poi in serata la cena, in un ristorante sulla Laurentina, con l’ad Fenucci e gliavvocatiBaldissonieTacopina) - trova anche il tempo di effettuare qualche foto ricordo con vigili urbani, assessori e tifosi.Tocca quindi ad Alemanno spiegare il realemotivodella visita: «DiBenedetto vuole uno stadio costruito in modo tale cheleavversarie abbianopaura di giocarci, non per la violenza ma per la spinta dei tifosi. Come persona mi ha fatto un’impressione ottima, innamorato di questa nuova attività». E’ chiaro che quello di ieri è stato un primo rendez-vous fra le parti ma tanto è bastato per illustrare le linee guida del disegno americano: «C’è la volontà di lavorare sui giovani, mandando un messaggio contro la drogaelaviolenza, interpretando il calcio come messaggio sociale – spiega il sindaco – tra l’altro noi siamo candidati per le Olimpiadi del 2020. In quest’ottica, avere l’appoggio di un gruppo Usa che investe nello sport di questa città può rappresentare una spinta importante».
Capitolo a parte merita la zona dove potrebbe esser costruito l’impianto: «Nessuna area è esclusa e nessuna è in pole position – chiarisce - Tor di Valle?Romanina? Sono ipotesi prive di fondamento (anche se nel pomeriggio l’imprenditore Usa è stato avvistato per un sopralluogo nelle zone dell’ippodromo e di Tor Vergata, ndc). Per il momento non ho mai ricevuto nessun progetto né da parte dellaRomané della Lazio,con le quali ci rivedremo comunque i primi di ottobre. Per questo non posso parlare di aree perché prima devo sapere che ideahanno in mente. Posso solo partire dal piano regolatore generale. Non avveleniamo il clima, mettendo in campo cinquemila ipotesi. I costruttori? Non tocca a noi decidere, l’importante è che le scelte vengano fatte nel modo più trasparente possibile». Oltre al futuro stadiodiproprietà, Alemanno e DiBenedetto (che ieri non ha incrociato Rosella Sensi) hanno parlato anche del ruolo di Francesco Totti «come simbolo di Roma. Gli ho fatto presente – rivela il sindaco - quanto è importante la figura del ragazzo per questa città. Al dilà degli aspetti sportivi, lui ha un valore simbolico e storicoper tuttaRoma.Vatutelato, è un patrimonio».
Nell’incontro, cui hanno preso parte, tra gli altri, anche l’avvocato e consigliere delclub,MauroBaldissoni, e il delegato alle politiche sportive diRoma Capitale, AlessandroCochi, si è accennato anche agli obiettivi sportivi, tanto che il futuro presidente giallorosso ha confermato la volontà di «vincere nel più breve tempo possibile, rispettando però i tempi del nuovo progetto tecnico affidato a Luis Enrique». Pazienza, dunque, per quanto riguarda il campo ma non sulla costruzione dell’impianto di proprietà: «DiBenedetto mi è sembrato molto determinato – spiega Alemanno - Miha assicurato che vuole bruciare i tempi, fare il più infretta possibile». Chissà se dovrà scontrarsi – come già capitato in passato a Dino Viola - con la burocrazia italiana. A sentire il sindaco questo non accadrà: «Da parte dell’amministrazione ho fornito la massima garanzia, saremo collaborativi e dovrà considerarci come amici». Domanda lecita: i tempi, quindi? Il primo cittadino prova a giocare in difesa -«Nonamofare pronostici» - per poi sbilanciarsi quando gli viene fatto notare come il suo collega De Magistris abbia dichiarato che entro la fine dell’anno chiuderà un accordo tra il Comune e la società Calcio Napoli: «Sì, si può fare entro l’anno – replica - ma non posso fare promesse finché non ne inizieremo a parlare seriamente ». Non è chiaro se il sindaco, con l’espressione «entro l’anno », abbia intesocometermine dicembre 2011 o i canonici dodici mesi. In entrambi i casi sarebbe comunque un successo.
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