(Il Romanista) «Andiamo avanti. Senza problemi». Unicredit, ufficiosamente, continua a predicare pazienza.
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Unicredit: «Per la trattativa nessun problema»
(Il Romanista) «Andiamo avanti. Senza problemi». Unicredit, ufficiosamente, continua a predicare pazienza.
Ufficiosamente, perché Piazza Cordusio non può commentare nulla. Ma fonti interne alla banca confermano (sarebbe stato strano il contrario) quanto annunciato già nei giorni scorsi dal proprio amministratore delegato, Federico Ghizzoni: siamo nella fase conclusiva del procedimento di vendita. La parola fine, stando a fonti finanziarie, dovrebbe essere messa una settimana prima del 17 marzo, quando scadrà il termine per la trattativa in esclusiva con Thomas Richard DiBenedetto. Tra i nodi che vanno sciolti c’è quello della futura governance della nuova As Roma. Tradotto: chi formerà il Consiglio di amministrazione? E come saranno ripartiti poteri e funzioni in seno al club? Non sono dettagli di poco conto. Ma non sono nemmeno ostacoli.
La trattativa con gli americani è bene incanalata. Le cifre dell’accordo dovrebbero essere quelle note. La Di Benedetto As Roma Llc dovrebbe versare 67 milioni per il 67% dell’As Roma, un pacchetto azionario attualmente detenuto da Roma 2000 e che a giorni passerà a Newco Roma. Altri 33 milioni dovrebbero servire per l’Opa, l’Offerta pubblica d’acquisto da lanciare sul mercato. Gli americani tamponeranno l’emorragia del bilancio giallorosso, con una ricapitalizzazione da 50 milioni. E dovrebbero destinare altri 30 o 35 milioni per il mercato.
La partecipazione della squadra alla prossima Champions League peserà proprio su questa ultima voce. Se sarà stato centrato uno dei quattro posti utili, gli americani potranno investire certi di un ritorno economico. Sennò, pazienza. Vorrà dire che bisognerà partire da zero, non che DiBenedetto se ne tornerà nella sua Boston.
SAWIRIS Unicredit non commenta nemmeno le parole di Naguib Sawiris. Ieri, il magnate egiziano accostato per mesi all’As Roma se n’è uscito così: «A me non piace la gente che fa doppi giochi in un negozio d’affari. In quanto imprenditore, la mia parola è il mio onore. Sulla Roma avevamo condotto un’ottima trattativa. Rosella Sensi era d’accordo su tutto. All’ultimo momento la banca mise un veto, dicendo che voleva tenere la Sensi al vertice della società. Per noi era inaccettabile». Con tutto il rispetto per Sawiris, che Unicredit volesse tenersi la Sensi, quando il 26 luglio ha concluso con lei un’intesa che l’avrebbe estromessa dall’As Roma, ci pare davvero strano.
DGA
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