(Leggo - F.Maccheroni) - Mentre i tifosi si domandano se arriverà Ancelotti, o Pastore, la Roma è arrivata alla frutta.
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Unicredit fermi questo gioco al massacro
(Leggo – F.Maccheroni) – Mentre i tifosi si domandano se arriverà Ancelotti, o Pastore, la Roma è arrivata alla frutta.
Il vuoto di potere che si è creato nel logorante braccio di ferro tra la famiglia Sensi e Unicredit ha inghiottito la stagione e le lungaggini tecnico-burocratiche che stanno trascinando la trattativa tra la banca e il gruppo guidato da DiBenedetto rischiano di trasformarsi in un plotone d’esecuzione. La squadra, già condannata a un ruolo da comprimaria, sembra vagabondare, sconosciuta e senza un ruolo, un’identità. Dylan direbbe che sta rotolando come una pietra. E dunque senza una testa. Ed è questo che dovrebbe capire DiBenedetto, perché quando le pietre ti cadono addosso, fanno male. E’ chiaro che i libri contabili di un club tormentato come la Roma sono da mal di testa, ma americani e Unicredit ormai possono percorrere soltanto la strada della chiarezza: restituire ufficialità ai ruoli. Non è più tempo di bluffare quando è chiaro che ci sarà soltanto una poltrona in gioco e due consoli al comando erano troppi anche per l’antica Roma, figuriamoci quella attuale. Lo sprint underground tra Montali e Baldini gioca contro Montella più delle avversarie in campo. Ancelotti o Villas Boas? Pastore o Higuain? Unicredit avrebbe dovuto capire la differenza tra giocare in Borsa e al calcio.
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