rassegna stampa roma

Unicredit cerca partner italiani

(Corriere dello Sport – P. Torri) – La parte americana la conosciamo, mister DiBe­nedetto e quattro soci.

Redazione

(Corriere dello Sport - P. Torri) - La parte americana la conosciamo, mister DiBe­nedetto e quattro soci.

Uni­credit non ha bisogno di pre­sentazioni. In attesa di pas­sare alla fase finale, quella che è stata definita in esclu­siva, l’elemento che ancora manca è la parte italiana, il possibile, probabile, socio tricolore che, in un secondo momento, potrà entrare nel business Ro­ma con una quota del 20% che sarà sottratta dal quaranta del­la Banca pre­visto dall’ac­cordo ameri­cani- Unicre­dit. Chi sarà? Sono quattro le opzioni certe analizzate dal-l­’Istituto di piazza Cordusio, più una serie di altre oppor­tunità, al momento senza ri­scontro. Tra le quattro certe, ce ne è una che indiscrezioni più che accreditate indicano come quella che ha il ruo­lo di favorita. Ricordando come, per chiunque sa­rà il nuovo proprietario del club gial­lorosso, sarà molto, ma molto importante che questa Roma si qualifi­chi per la prossima Cham­pions (a Trigoria e dintorni c’è chi strepita sui rischi in questo momento di un possi­bile vuoto di potere, forse di­menticando che è lo stesso da diversi mesi a questa par­te), vediamo chi potrebbero essere i possibili partner ita­liani nella Roma born in the Usa (che in questi giorni stanno firmando la docu­mentazione per la definitiva costituzione della DiBene­detto As Roma LLC). Parten­do, ovviamente, dal favorito. PARNASI -Il gruppo si chiama Parsitalia,core business,edi­lizia, Roma al centro di buo­na parte degli affari, il gran­de capo si chiama Alessan­dro Parnasi, un figlio Luca, grande tifoso romanista. Da quello che ci risulta, sabato scorso i dirigenti di Unicre­dit, avrebbero incontrato la famiglia Parnasi per discute­re del 20% di cui sopra. E, sempre da quello che ci ri­sulta,gli imprenditori roma­ni non hanno sbattuto la por­ta. Se non altro perché i rap­porti con Unicredit sono an­tichi e solidi. In passato le strade dei Parnasi si sono già incrociate con la Roma. Esattamente nel momento della primi crisi del gruppo Italpetroli (primavera 2004) quando, per dimezzare un debito imponente, la fami­glia Sensi fu costretta a ce­dere una parte degli asset diproprietà. Tra cui la te­nuta della Le­prignana che, come molti ricorderan­no, fu teatro di una indi­menticabilefesta scudet­to subito dopo la conquista del terzo tricolore. All’epoca, Unicreditconsigliòil gruppo Parnasi e il gruppo Toti di ri­levare, a un prezzo già fissa­to, la Leprignana. Fu fatto. E oggi da quelle parti, poco pri­ma di Fregene, sono sorte circa cinque­cento ville (alcune non sono ancora terminate) già quasi tut­te vendute. ANGELINI -Da mesi l’im­prenditore farmaceutico si è chiuso in un silenzio che, se si dovesse protrarre, si tra­sformerebbe in colpevole, se non altro perché è stato lui, Francesco Angelini, a di­chiarare ufficialmente il suo interesse per l’acquisto della Roma. Ora che era diventato possibile, è scomparso. Non facendo, agli occhi dei tifosi giallorossi, una bella figura. Eppure negli ambienti che sanno, il nome di Angelini continua a essere fatto come il possibile acquirente del venti per cento. In ogni caso, prima o dopo, una spiegazio­nedovrà darla.GLI ALTRI -Nella lista di Uni­credit, ci sono anche i nomi di Leonardo Caltagirone e del fondo Clessidra. Sono due opzioni di difficile solu­zione perché i Caltagirone hanno sempre detto di non essere interessati al calcio (ma allo stadio?) e perchè il fondo Clessidra, dopo un ini­ziale interessamento, ora sembra uscito di scena.