(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) - Tanto tuonò che piovve. Che tra Unicredit e il consorzio americano i rapporti non fossero più idilliaci c’era stato sentore da tempo, ma che arrivassero ad un clima di forte tensione pochi giorni prima del tanto atteso closing questo non era lecito neppure pensarlo.
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Unicredit-americani: tensione!
(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) – Tanto tuonò che piovve. Che tra Unicredit e il consorzio americano i rapporti non fossero più idilliaci c’era stato sentore da tempo, ma che arrivassero ad un clima di forte...
La situazione è delicata, in ballo c’è il futuro della Roma ma, chiariamolo subito: litigano, però non arriveranno alla rottura. Non possono farlo, né la banca, né Di-Benedetto e i suoi soci.
ALLARME - Dopo l’amministratore delegato di Unicredit, Ghizzoni, ieri è sceso in campo l’avvocato Roberto Cappelli, che oggi è il presidente della Roma. Le sue frasi, che hanno irritato DiBenedetto e il suo staff, hanno fatto scattare l’allarme: «Ripensamenti da parte di DiBenedetto? Non ho in realtà motivo di pensare che ci siano dei ripensamenti. Come ha detto il dottor Ghizzoni, da parte nostra abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare per il closing. Al momento non ho nessun motivo per pensare che ci possano essere dei problemi, la palla è ai nostri amici americani, bisogna chiedere a loro» .
ASSEMBLEA - Roberto Cappelli ci mette la faccia, è lui il presidente della Roma, pro tempore, ma sempre il presidente, è lui che deve dar conto ai tifosi che sono preoccupati per questa situazione: «Il 1° agosto è la data fissata per l’assemblea dell’As Roma, non c’entra con il closing. Come ho detto, a breve daremo l’annuncio della data del closing. Da parte nostra non abbiamo altro da fare, la domanda non va fatta a noi. Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, forse anche qualcosa di più ». L’avvocato Cappelli è sincero quando ci dice: «Da presidente della Roma non sono preoccupato. C’è una proprietà indiscutibilmente solida, che non ha nessuna intenzione di abbandonare la trattativa. Vediamo cosa succederà, viviamo alla giornata, come sempre avviene quando non si è lontani dalla chiusura di un’operazione. Ogni giorno è buono per arrivare alla conclusione» .
DATA - Oggi verrà fissata la data del closing, che sarà un giorno fra mercoledì 27 e venerdì 29 luglio, prima dell’assemblea dei soci della Roma. Ma intanto DiBenedetto lunedì sarà di nuovo a Roma, accompagnato dai due manager della Raptor Accelerator, Mark Panners e Sean Barrow, che sono anche partner di James Pallotta. Verranno a negoziare ad oltranza con gli uomini di Unicredit. I problemi ci sono e riguardano i soldi, investimenti futuri per la società, penalizzata da un forte squilibrio finanziario. Ma non può saltare la trattativa, perchè le parti sono arrivate ad un punto di non ritorno.
DIVERBIO - La discussione verte su una cifra che oscilla tra i quindici e i venti milioni e che riguarda la ricapitalizzazione e gli investimenti per i prossimi due anni. Evidentemente il primo business plan era stato fatto senza la consulenza di manager di calcio, c’è bisogno di risorse superiori al budget originario. Il problema è come redistribuire i nuovi investimenti. Ai manager che stanno lavorando per la Roma è stato garantito da entrambi gli azionisti ( Unicredit e gli americani) che verrà tutelato il progetto sportivo, per poter finanziare la campagna acquisti anche per la prossima stagione. La Roma ha costi molto superiori ai ricavi, ha il rapporto più squilibrato di tutta la serie A. Gli americani dovranno incrementare il capitale da investire. Finora il consorzio che fa capo a DiBenedetto ha messo solo dieci milioni, sei di caparra e quattro di spese accessorie. Ora occorre uno sforzo in più anche alla luce di una peggiorata situazione debitoria emersa al bilancio al 30 giugno rispetto ai conti fatti al momento della due diligence.
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