rassegna stampa roma

Una Roma rivoluzionaria

(Il Romanista – C.Fotia) – La parola “rivoluzione culturale” non l’ha certo detta per caso Water Sabatini, nella conferenza stampa-show di ieri a Trigoria.

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(Il Romanista - C.Fotia) - La parola "rivoluzione culturale" non l’ha certo detta per caso Water Sabatini, nella conferenza stampa-show di ieri a Trigoria.

Ha voluto dire che il tris d’assi che da ieri comanda a Trigoria, lui stesso, Franco Baldini, Luis Enrique, ha avuto da Tom DiBenedetto il mandato di spazzare via incrostazioni, pigrizie, vecchie abitudini, dentro e fuori il campo, per riaprire un nuovo ciclo della Roma. Era dai tempi di Nils Liedholm - mi perdonerà il nostro carissimo Paolo Franchi, teorico del "riformismo romanista", se azzardo un tale paragone - che non si udiva una così netta dichiarazione d’intenti, una "filosofia" che non è solo tattica di gioco e strategia di mercato, ma una weltanschauung (una visione del mondo). Una squadra che non ha paura di sfidare i giganti del potere economico e calcistico, le cricche e le caste. Una squadra che ha una mentalità vincente non perché vuole vincere a ogni costo e con ogni mezzo, ma perché non ha paura di nessuno e lancia a tutti la sua sfida. Era esattamente quello che si aspettava il popolo romanista, dopo mesi di attesa sfibrante, di trattative estenuanti, di colpi bassi sferrati dalle potenti lobby conservatrici spiazzate dall’avvento di una nuova era. Alle parole, ovviamente, dovranno seguire i fatti, in termini di colpi di mercato e poi di risultati sul campo, ma le parole - come ammonisce Nanni Moretti - "sono importanti", perché sono impegni d’onore presi davanti a un popolo che merita di poter ricominciare a sognare. La rivoluzione americana, di cui questo giornale ha parlato per primo, interpreta lo spirito più antico dei romanisti: quella raccontata da Sabatini (che parlava in qualche modo anche per Luis Enrique e Franco Baldini) è una Roma sfrontata - il nuovo Ds a un certo punto ha proprio usato il termine "arrogante" - che vuole imporre la sua mentalità e il suo gioco, puntando sui grandi campioni che ha, a cominciare dalle bandiere Totti e De Rossi, e sui giovani talenti che arriveranno. E che saranno lanciati subito perché, Sabatini dixit, non esistono giocatori troppo giovani per andare in campo, ma solo "giocatori forti e giocatori scarsi". E non c’è dubbio che quelli che la Roma sta inseguendo appartengano alla prima categoria. Non a caso ieri sia Sabatini che Luis Enrique hanno voluto incontrare Francesco Totti. E’ attorno a lui che nasce la Nuova Roma, spazzando via in un secondo le infamie che hanno cercato invano di turbare questo atto di (ri)nascita. Un campione senza età e senza tempo, una "divinità": "Totti è come la luce/che si diffonde al tramonto/sui tetti di Roma" ha detto Sabatini, rivelandosi uomo di buone letture e componendo i versi della nuova lirica romanista. Se ogni rivoluzione ha il suo profeta, quella romanista ha il profilo da gladiatore di Francesco. Hasta Siempre Capitano!