rassegna stampa roma

Una Fiorentina per Menez

(Il Romanista-C.Zucchelli) Ci proverà ancora, Jeremy. Sembra quasi surreale parlare di partita decisiva per Menez, quando fino a un mese fa era la stella della Roma, il giocatore che, complici le assenze contemporanee di Totti e Pizarro, aveva...

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(Il Romanista-C.Zucchelli) Ci proverà ancora, Jeremy. Sembra quasi surreale parlare di partita decisiva per Menez, quando fino a un mese fa era la stella della Roma, il giocatore che, complici le assenze contemporanee di Totti e Pizarro, aveva nei suoi piedi tutte le azioni giallorosse.

Con l’arrivo di Montella le cose sono cambiate: tranne il derby, non è mai partito titolare. E quando ha giocato, entrando a partita in corso o giocando dal primo minuto, non ha inciso come prima. Ecco perché domenica a Firenze, all’ora di pranzo, è chiamato a tornare quello - decisivo - della prima parte di stagione. Vista l’assenza di Vucinic, con ogni probabilità sarà lui ad agire a sinistra, con compiti sì di copertura (ben eseguiti contro la Lazio) e con licenza di tagliare al centro, creare e inventare azioni importanti. Come è nel suo Dna, visto il talento di cui dispone. E che deve, una volta per tutte, avere la meglio su quel carattere all’apparenza presuntuoso ma in realtà molto timido, di uno che ha bisogno di sentirsi importante per diventarlo veramente.

Che non sia un periodo facile per lui lo si è capito dal modo in cui ha lasciato il campo domenica al momento della sostituzione. Via la maglia, bagnata, un secondo di sosta in panchina e poi di corsa giù negli spogliatoi, con la doccia calda a togliere le tossine di una partita andata male, fino a quel momento. Ha assistito dalla tv alla doppietta di Totti e, almeno quella, è riuscita a strappargli un sorriso, visto che Checcò è sempre stato per lui un punto di riferimento. In campo, prima di tutto. Ma anche fuori, visto che lui e Mexes spesso e volentieri frequentano il Capitano.

Diverso è invece il rapporto con Borriello, con cui a Lecce ha avuto una discussione piuttosto accesa. E pensare che tanti gol di Marco sono arrivati proprio grazie ai cross di Jeremy. Il quale, il giorno dopo la lite, si è scusato davanti a tutta la squadra, che ha compreso il momento ed è andata oltre. La speranza è che oltre sia andato anche lui. Anche perché quelli che verranno non saranno comunque mesi semplici. C’è la stagione da finire e, soprattutto, c’è da prendere una decisione sul suo futuro. Ventiquattro anni a maggio, Menez è chiamato a ponderare bene cosa fare: le sirene inglesi (Manchester City e Arsenal) si fanno sentire, in Francia c’è il Lione che vorrebbe portarlo a casa, c’è anche chi dice che persino il Borussia Dortmund avrebbe fatto un sondaggio col suo procuratore. Lui, dal canto suo, dà alla Roma la priorità. Si aspetta però che anche la nuova proprietà consideri tale il rinnovo del suo contratto, che scade nel 2012. Se fosse così, si sentirebbe al centro del progetto e tutto cambierebbe. Viceversa, se le cose dovessero andare diversamente, preparerebbe le valigie. Con più di qualche rimpianto.