rassegna stampa roma

Un vincente per Luìs. Gioco, piedi buoni, gol e il tatuaggio di Diego

(Il Romanista – V. Valeri) – Dopo aver sistemato la porta con Stekelenburg, Walter Sabatini sta lavorando duramente per portare alla corte di Luis Enrique un altro grande colpo, un giocatore che possa rinforzare il centrocampo con...

Redazione

(Il Romanista - V. Valeri) - Dopo aver sistemato la porta con Stekelenburg, Walter Sabatini sta lavorando duramente per portare alla corte di Luis Enrique un altro grande colpo, un giocatore che possa rinforzare il centrocampo con muscoli e qualità. L’identikit è quello di Luis Oscar Gonzalez, conosciuto come Lucho, argentino classe 1981 attualmente in forza all’Olympique Marsiglia di Didier Deschamps.

Sulle sue tracce ci sono diversi club, soprattutto italiani: Inter, Milan e Palermo, infatti, stanno insidiando la trattativa che il ds giallorosso ha già messo in piedi da diverso tempo e che da più fonti, soprattutto dalla Francia, viene data per quasi conclusa. Alla società transalpina dovrebbe andare una cifra tra gli 8 e i 10 milioni di euro (probabilmente inclusiva di bonus), mentre ancora nulla trapela sull’offerta economica al giocatore. A convincere Luis Enrique sull’importanza di Lucho è la sua duttilità: può giocare da centrale di centrocampo come da trequartista, ma ha le doti per muoversi con disinvoltura anche sulle fasce. La sua carriera, finora, è stata ricca di soddisfazioni: 2 campionati argentini, 4 campionati portoghesi, 1 titolo nella Ligue 1 con il Marsiglia oltre a 5 coppe nazionali. Un bottino di tutto riguardo che lo rende appetibile a molti. Fisicamente dotato (186 cm per 78 kg), Lucho Gonzalez ha un ottimo piede destro e ha una buona confidenza col gol, anche se la sua caratteristica principale è quella di saper partecipare alla costruzione del gioco e cercare i movimenti delle punte per metterle nelle condizioni giuste per segnare.

PRIMI PASSI IN PATRIA - Luis, nato a Buenos Aires il 19 gennaio del 1981, ha iniziato a giocare a pallone con l’Huracàn, ex club di Javier Pastore, che lo accolse nella sua scuola giovanile all’età di 14 anni. È un periodo molto importante per lui, perché si rende conto delle possibilità che ha, concrete, di arrivare un giorno a calcare i campi della massima divisione argentina. Il salto in prima squadra avviene nel 1999, divenuto da poco maggiorenne, quando l’Huracàn disputa il campionato di Primera B Nacional. Lucho, che addosso ha due tatuaggi - uno con Maradona, il suo idolo, l’altro con il nome della moglie in cinese – si fa voler bene da tecnico e compagni e riesce ad esordire il 29 aprile contro il Racing, squadra nella quale militava un suo grande amico e compagno al Porto, Lisandro Lopez. Alla fine di quella stagione, l’Huracàn ottiene anche la promozione. In quattro anni con la maglia dei Quemeros (piromani), Gonzalez colleziona ben 111 presenze mettendo a segno 12 reti. Viene così acquistato dal River Plate, non un club qualunque, che se lo assicura per poco più di mezzo milione di euro. Anche con i Millonarios, Lucho trova spazio tra i titolari ed è uno degli attori protagonisti nel successo del Clausura 2003 e 2004. Gli occhi dell’Europa iniziano a posarsi su di lui, il richiamo si fa sempre più forte.

CAPITANO DEI DRAGONI - L’ascesa di Lucho è inarrestabile. Dopo il terzo anno con il River, piomba su di lui il Porto. I lusitani, allenati da Co Adriaanse, sono reduci da un anno sfortunato e vogliono riprendere a vincere. Con Gonzalez, preso per circa 10 milioni, inizia un ciclo travolgente dal 2005 al 2009, che li porta a conquistare quattro campionati consecutivi e tre coppe nazionali. Lucho, tra l’altro, indossa anche la fascia di capitano e diventa il giocatore più rappresentativo del Porto. Il rapporto con i Dragoni, prolungato fino al 2011, viene però interrotto nel 2009, quando la dirigenza cede alle lusinghe del Marsiglia – dopo aver rifiutato, due anni prima, quelle del Valencia – e lo cede per 18 milioni di euro. A questa cifra, l’argentino diventa l’acquisto più oneroso per i biancocelesti transalpini, che di certo non si pentono dell’investimento.

CAMPIONE DI FRANCIA - Dopo oltre 100 presenze, 31 gol e 20 assist, Lucho saluta il Portogallo e si trasferisce in Francia. Il 2009/2010 è subito un’annata sensazionale, nella quale il centrocampista, infatti, prende subito in mano le redini della squadra che conquista la Ligue 1 dopo addirittura 18 anni di vacche magre. Con le sue giocate intelligenti, i suoi gol decisivi e i suoi tanti assist, Lucho aiuta l’Olympique a mantenere la vetta della classifica e rompere il predominio del Lione, schiacciasassi indiscusso nei sei campionati precedenti. Con 32 presenze, 5 reti e la bellezza di 12 assist, Gonzalez illumina i match al Velodrome e fa innamorare i tifosi. Non ha la stessa fortuna in maglia albiceleste, che indossa 43 volte – anche nel Mondiale di Germania – ma senza lasciare il segno come riesce sempre nei club. Tanta, troppa la concorrenza nel suo reparto e in attacco, così Lucho deve “accontentarsi” di fare faville con il Marsiglia, sia in campionato che in Champions.

NUOVA VITA - Lo scorso anno, alla fine del quale il titolo è andato al Lille, Gonzalez ha comunque dimostrato grande continuità di rendimento. Nonostante un contratto fino al 2013, la sua avventura transalpina sembra però volgere al termine. Il suo agente, Marcelo Simonian, ha più volte ribadito l’intenzione del trentenne di cimentarsi nel campionato italiano, e la corte di certo non manca. Piace a Galliani (ma non è lui “Mister X”), piace moltissimo a Zamparini che ha bisogno di un colpaccio per far dimenticare ai tifosi la cessione multimilionaria di Pastore. Il Malaga, che grazie ai petrodollari si inserisce in ogni trattativa, ha offerto 6 milioni ma senza esito. La Roma è in vantaggio, grazie al lavoro sotterraneo e silenzioso di Sabatini, grazie ai buoni rapporti con il manager sudamericano e, forse, alle buone parole spese da Gabriel Heinze, anch’egli ex Marsiglia e connazionale di Lucho. Tullio Tinti, rappresentante italiano del giocatore, ha ammesso i colloqui con la Roma: «Stiamo parlando e tutto procede bene, ma non ci sono solo i giallorossi». Già, questa è una bella incognita, oltre a quella dello status di extracomunitario. Ma una soluzione c’è: vendere uno tra Barusso e Simplicio all’estero, per liberare il posto in squadra. Mission impossible? Assolutamente no.