(Corriere dello Sport/Infopress - L.Scalia) - Dimensione internazionale. Sembra strano a dirsi, ma eccola qui, a Roma: via Veneto, tra caffè, alberghi a cinque stelle, macchine di lusso, donne bellissime.
rassegna stampa roma
Un po’ d’America è già a Roma
(Corriere dello Sport/Infopress – L.Scalia) – Dimensione internazionale. Sembra strano a dirsi, ma eccola qui, a Roma: via Veneto, tra caffè, alberghi a cinque stelle, macchine di lusso, donne bellissime.
Servizio in camera compreso nel prezzo, sia chiaro. C’è chi parla inglese, chi arabo, chi francese. Italiano poco e male. Ma alla fine l’importante è capirsi, l’ideale sarebbe davanti all'Ambasciata degli Stati Uniti, senza sbagliare pronuncia, perché la Roma è sempre più vicina a Thomas R. DiBenedetto, il miliardario di Boston. Oppure, vista la situazione, “the billionaire”. Suona meglio, suona di più.
AMBASCIATA - Mancava il vento ieri pomeriggio, così la bandiera a stelle e strisce era a riposo, arroccata sul lato sinistro, protetta dall'occhio vigile di Carabinieri e Polizia, appostati anche nelle vie interne. Dentro, oltre le sbarre, un via-vai continuo: tutti al lavoro, di fretta. « Mi sentirei sempre più a casa in caso di acquisto della società sportiva giallorossa da parte di un gruppo statunitense, anche se vivo nella Capitale da 20 anni. Noi americani sappiamo cosa vuol dire business » , dice un passante senza fermarsi.
BUSINESS - Già, business, la parolina magica: investimento, magari con una super campagna acquisti, e poi guadagno tramite lo stadio di proprietà e il merchandising. «Totti è fortissimo» , dice un altro con un chiaro accento straniero. E via di corsa: qui si lavora, si produce col turbo.
HARD ROCK - Di fronte all'Ambasciata c'è l'Hard Rock Cafè, passaggio quasi obbligato per i turisti. Una catena di ristoranti che parte proprio dagli States, da Orlando a Las Vegas, e arriva fino a Singapore, in Oriente. Nelle sale si mangia e si beve in perfetto stile americano: alette di pollo, hamburger, birra, pepsi, i famosi onion rings (anelli di cipolla fritti). Insomma, carne a volontà e tanta musica rock.
TURISTI - Un luogo frequentato principalmente da famiglie e da studenti universitari. «Dopo un periodo di crisi, gli americani stanno tornando a visitare le città storiche come Roma. Sono sempre di più» , spiega la responsabile Donna Arkley, originaria dell'Inghilterra. I clienti del locale non si interessano di calcio, pensano di più alla diretta del Super Bowl di domenica 6 febbraio tra Pittsburg e Green Bay.
BARBERINI - All'angolo tra Piazza Barberini e Via Veneto, seduti ad un tavolino di un bar, Chris Mohl e Jackee Nowicke sorseggiavano un bicchiere di vino bianco. Nel primo pomeriggio, per brindare. Una coppia giovane di Philadelphia, in vacanza per la prima volta nella Capitale. «It's interesting» , «è interessante» , sono le prime parole di Chris quando apprende che la Roma potrebbe avere a breve un proprietario americano. Lo scrive pure in stampatello su un fazzoletto per non lasciare dubbi. « In America il calcio non è lo sport più seguito, noi preferiamo il baseball e il basket, ma questa notizia della Roma è davvero interessante. Però vediamo le partite del Mondiale, quelle sì, il campionato nazionale non attira molto pubblico perché spesso manca lo spettacolo, si realizzano pochi punti. Beckham? Chi è? Io conosco solamente Donovan, lui è il più bravo. Magari verrà comprato dalla Roma...» . Mah, punti di vista. I tifosi si aspettano qualcosa di più. Campioni, mica americani.
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