(Il Tempo - Tiziano Carmellini)Tutto in una notte. Quella che dirà molto se non tutto sulle rispettive ambizioni di Roma e Napoli chiamate a misurarsi all'Olimpico.
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Tutto in una notte
(Il Tempo – Tiziano Carmellini) Tutto in una notte. Quella che dirà molto se non tutto sulle rispettive ambizioni di Roma e Napoli chiamate a misurarsi all’Olimpico.
E sarà pure un derby del sud, ma conta davvero come, se non di più, di quel Juve-Inter in programma domani sera a Torino. Passaggio chiave di un campionato anomalo che stenta a trovare ancora il suo padrone e lascia spiragli aperti per tutti. Ma stasera, almeno per la Roma, è davvero l'ultima occasione per entrare nella stanza abitata dalle «grandi sorelle» pretendenti a questo scudetto tutto ancora da decidere. Ma forse, più propriamente, per la Roma è l'ultima occasione per restare agganciata al treno-Champions: che era e resta l'obiettivo minimo della stagione giallorossa aspettando un miglior futuro a stelle e strisce. Mazzarri & Co. arrivano invece all'Olimpico con la consapevolezza che il Milan, questo pomeriggio, difficilmente sbaglierà il match point casalingo contro il Parma e che potrà sfruttare anche i vantaggi derivanti dal derby d'Italia di domani sera. Insomma anche il Napoli si gioca buona parte della stagione in questi novanta minuti infuocati nei quali lo spettacolo è assicurato. «Sarà un bellissimo derby - ha detto ieri Ranieri - una partita difficile, perché loro stanno facendo un ottimo campionato e lo meritano, ma noi non ci sentiamo inferiori. Nella gara di andata noi facevamo la partita e loro le azioni importanti, dobbiamo correre tutti quanto loro perché con Cavani, Lavezzi, Hamsik, corrono tanto e tutti. Non ci sentiamo inferiori e vincerà il migliore». Sulla stessa lunghezza d'onde il rivale toscano alla guida di un Napoli secondo in classifica ma che se la dovrà veder anche con un tabù pesantissimo visto che non vince a Roma con i giallorossi da diciotto anni. Ma conta il presente, Mazzarri lo sa bene e cerca di non caricare troppo i suoi. «Alla fine la classifica è sempre molto corta e non sarà determinante, pensiamo solamente alla Roma, tutto il resto non ci interessa. Dovremmo fare la partita perfetta e da qui in avanti affronteremo ogni gara come una finalissima: tutto il resto è uno slogan a livello mediatico». Consapevole anche lui che sarà tutt'altro che una passeggiata contro la Roma ferita. «I giallorossi sono temibili all'Olimpico: se mi si chiede quale giocatore toglierei a Ranieri rispondo tutti. Sono tanti campioni, davanti sono fortissimi. È una delle squadre più forti del campionato. Le assenze non condizioneranno la partita». E invece lo faranno, perché Ranieri dovrà inventare in difesa per tappare la falla rimasta aperta con la conferma della squalifica di Mexes. Ma non può essere questa la causa dell'insolito nervosismo di Ranieri nella conferenza stampa della vigilia, visto che il verdetto della Lega è arrivato a metà pomeriggio. Il tecnico è apparso molto cupo, soprattutto quando si è toccato l'argomento società: duro quando dice che «non viene ascoltato» in riferimento al ritardo sul ricorso di Mexes (per il quale è stata aspettata una settimana di troppo), ancor più secco sul discorso contratto. Quel «ne stiamo parlando, poi saprete», nasconde forse più di un nervosismo di facciata. Perché quel secondo anno di contratto richiesto dal tecnico alla società in vista di un eventuale rinnovo, avrebbe rimediato un secco due di picche. A volte è meglio sapersi accontentare... o no!?
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