rassegna stampa roma

Tutti i segreti di Luis Enrique “Ecco il mio calcio associativo”

(Gazzetta.it – F.M. Ricci) L’uomo scelto per il rilancio della Roma ha 8 mesi più di Guardiola e 7 anni più di Villas Boas. Lo diciamo perché i modelli da seguire sono quelli: tecnici giovani, senza grande esperienza, votati a un’idea di...

finconsadmin

(Gazzetta.it – F.M. Ricci) L’uomo scelto per il rilancio della Roma ha 8 mesi più di Guardiola e 7 anni più di Villas Boas. Lo diciamo perché i modelli da seguire sono quelli: tecnici giovani, senza grande esperienza, votati a un’idea di calcio bella e offensiva.

LA PROGRESSIONE — La Roma prova a lanciare un altro elemento di questa new wave della panchina sperando che la crescita di Luis Enrique prosegua senza traumi. Perché sinora la progressione del tecnico asturiano è stata inarrestabile. Chiamato sulla panca del Barça B per sostituire Guardiola nel 2008 ‘Lucho’ ha cominciato soffrendo, si è consolidato nel campionato di Segunda B, la nostra terza serie, poi ha riportato in Segunda il ‘filial’ blaugrana dopo 14 anni di assenza e quest’anno ha chiuso con due record: terzo posto (il record precedente del Barça B era un sesto posto) e gol segnati, 85 come il Betis, nuovo primato del campionato. “Cosa posso chiedere di più a questi ragazzi? Non possiamo essere promossi, non possiamo partecipare ai playoff, le motivazioni sarebbero difficili da trovare e allora meglio andar via”. Così Luis Enrique 10 giorni fa. Ha scelto la Roma, dopo aver tentennato sull’Atletico Madrid.

IL CALCIO ASSOCIATIVO — Abbiamo seguito le ultime partite del Barça B e vi possiamo dire che ciò che abbiamo visto è un piacere per gli occhi. Pur con elementi giovani, inesperti e naturalmente grezzi, Luis Enrique ha riproposto il modello del Barça di Guardiola: pressing, possesso, passaggi, controllo della gara, ricerca del gol e del divertimento. Lui lo chiama ‘calcio associativo’: quella specie di comunismo reale dove tra compagni ci si divide il pallone cercando di non farlo mai vedere ai capitalisti avversari. “Io dico che questo modello si può esportare, che non è una questione di dna del Barça. Ai giocatori piace giocar bene a calcio. Poi si adattano ad altri stili, ma se la proposta dell’allenatore è positiva perché non dovrebbero assecondarla?”. Sempre Lucho, dopo la gara col Salamanca, mandato in Serie C dopo un 5-1 inflittogli da un Barça che non aveva alcuno scopo da raggiungere, se non quello di far divertire la gente del MiniEstadi, l’impianto addossato al Camp Nou.

GLI ATTRITI COL PEP — Questo il tecnico. E l’uomo? Riservato, chiuso, fedele alle sue idee, ai suoi principi, ai suoi amici. Per questo ha chiesto alla Roma di mettersi in viaggio con 5 collaboratori. Tra cui Ivan De la Peña, che ha appena smesso di giocare, non ha alcuna esperienza in panchina ma è un grande amico di ‘Lucho’, forse il miglior amico, insieme a Carles Puyol. Pep Guardiola parla bene di Luis Enrique, e la cosa assume ancora più rilevanza se si tengono in considerazione gli attriti che tra i due si sono verificati quest’anno. ‘Lucho’ è un vincente, come Pep. ‘Lucho’ ha un carattere forte, come Pep. ‘Lucho’ ha le sue idee, come Pep. E quando Guardiola si prendeva i ragazzi migliori del Barça B per completare la sua rosa, l’asturiano aveva da ridire, e protestava. Perché a lui i vari Fontas, Muniesa, Thiago, Nolito, Montoya e compagnia servivano come il pane, mentre coi grandi servivano per fare numero. Nulla di grave, per carità, però un buon indizio per capire come funziona la testa del nuovo allenatore della Roma. Che, come Pep, non rilascia interviste. E che al Barça B non parlava nemmeno prima delle partite, ma solo dopo: “E’ un’abitudine che ho trovato qui, lasciata da Guardiola. Se devo cambiare lo farò. Però non aspettatevi grandi cose con la stampa, quello no”. Vedremo come se la caverà con le pressioni romane.