rassegna stampa roma

Tutte le strade portano a Pastore

(Il Romanista-B.Devecchi) «Se ci sarà l’offerta giusta, Pastore andrà via». Semplice. E molto semplicemente lo ha detto il nuovo direttore del Palermo, Sean Sogliano. Al di là delle sparate provocatorie di Zamparini

Redazione

(Il Romanista-B.Devecchi) «Se ci sarà l’offerta giusta, Pastore andrà via». Semplice. E molto semplicemente lo ha detto il nuovo direttore del Palermo, Sean Sogliano. Al di là delle sparate provocatorie di Zamparini

(«Pastore se ne va per 50-60 miliardi sennò rimane» oppure, per l’altro verso, «Non ho nemmeno un’offerta per Pastore») è la prima seria, misurata, apertura alla cessione del giovane fortissimo talentuoso argentino che arriva direttamente da Palermo. «L’offerta giusta… » è tutto lì.

E’ su quello che Walter Sabatini e Franco Baldini hanno sempre lavorato, lo stanno facendo e continueranno a farlo. L’offerta giusta significa il budget giusto, il mercato giusto, il momento giusto. Il postulato è uno chiaro e indissolubile: la Roma vuole Javier Pastore. E’ il suo vero grande colpo di mercato (non che Bojan sia proprio da meno…) e c’è tutto per pensare che alla fine venga fatto. L’importante è non esagerare. L’importante è quella “giusta misura” da mantenere in tutto l’affare. La Roma finora non si è mai esposta, ha sempre lavorato sottotraccia. Aspetta da una parte l’esito degli eventi che potrebbero anche coincidere con le sentenze apodittiche di Zamparini, cioè che non arrivi nessuna offerta super irrinunciabile al Palermo, dall’altra lavora per creare le condizioni sia ambientali, sia economiche per portare l’affondo. Non si vuole urtare la sensibilità di nessuno, tantomeno quella di Zamparini, anche perché non ce n’è bisogno.

Sabatini ha già il sì del giocatore e del suo ormai famoso agente, Simonian. Sabatini è l’uomo che dall’Argentina ha portato Pastore in Italia. Pastore stima Sabatini, Sabatini che è un poeta e un esteta del pallone, è calcisticamente innamorato del Flaco. Da questo punto di vista è tutto chiaro, a posto, vidimato e sigillato, e non è poco visto che da Bosman in poi la volontà del giocatore è quella che decide tutto. Lo ha detto lo stesso Sogliano ieri: «Il ruolo dell’agente di Pastore è fondamentale. In questo mercato i procuratori svolgono una funzione importante. L’affare Pastore tiene un po’ in bilico le altre possibili trattative, ma in questo momento è difficile fare programmi sul mercato in entrata, l’unica cosa certa è che dobbiamo sfoltire la rosa». L’offerta giusta, non i 50- 60 milioni di Zamparini – impossibili – nemmeno un’offerta provocatoria fatta facendosi forte dal sì del giocatore e da quello di tutto il suo entourage. E’ una trama da tessere fra Roma, Palermo e l’Argentina dove adesso si trova Javier, dove tra poco giocherà la sua Coppa America e dove presto volerà Sabatini. Nell’albiceleste Pastore parla spesso con Burdisso. A Nicolas ha già chiesto, e a più riprese, informazioni su Roma e la Roma. Lui aspetta. Sa che deve fare questo. Per questo finora non ha rilasciato dichiarazioni mirabolanti.

Qualche tempo fa ne fece una che letta in filigrana dà ancora il senso delle sue intenzioni: «Giocare nel Barcellona? Con Messi ci gioco già in nazionale». Parole che fanno il paio con quelle detta dal suo agente – ma ormai da tempo – per spiegare che «Pastore vuole andare in una squadra dove è titolare, più importante del Palermo, una ribalta più grande, ma dove lui sia al centro del progetto». Tradotto saltando nemmeno troppi passaggi logici: la Roma, non il Barcellona.

Ora, per arrivare all’offerta giusta ci vogliono i soldi giusti. Una parte cospicua – praticamente due terzi – potrebbero arrivare dalla cessione di Mirko Vucinic. La situazione del montenegrino è stata ribadita ieri a Sky dal suo procuratore Alessandro Lucci: «Sì, c’è un malessere, un problema ambientale che c’è tra lui e i tifosi. Non è più amato, ma a tutto si trova una soluzione. Ora aspettiamo, Mirko si rilassi in vacanza, poi troveremo una soluzione ». Che non sarà il Blackburn di cui si è sparlato ieri: «Io non ho mai parlato con nessun dirigente di questo club. In questo momento qualsiasi eventuale interessamento è messo in standby. Prima dobbiamo parlare con la Roma, poi vedremo il da farsi. Lo stesso Blackburn non credo abbia mai parlato con la Roma. Anche se è un club rispettabilissimo, penso che comunque Mirko meriti una piazza più grande. Circa 20 giorni fa abbiamo fatto il primo incontro con Sabatini, un incontro amichevole, siamo rimasti che quando Mirko torna dalle vacanze chiariremo gli scenari futuri ». E la Juventus? «I due club non hanno mai parlato. Io ho incontrato i dirigenti bianconeri in occasione di altri giocatori di cui ho la procura. Hanno chiesto solo informazioni generali su Mirko, mai nel dettaglio. La Juventus resta un club ambizioso, così come la Roma».

Insomma la situazione è quella di un giocatore che – salvo inopinati ripensamenti – andrà via. Sempre che la Roma venga soddisfatta dal punto di vista economico. Per meno di 20 milioni Vucinic non si vende. E quei soldi potrebbero già bastare se al Palermo venissero accompagnati con un giocatore come, per esempio, Erik Lamela. Una delle preoccupazioni maggiori di Zamparini è la sostituzione del suo gioiello. Anche per questo Sabatini presto volerà in Argentina. Per il fantasista del River sarà decisiva la sfida con il Belgrano: se i millionarios non dovessero vincere con due gol al Monumental sarebbero retrocessi per la prima volta nei loro 110 anni di storia, a quel punto il prezzo di Lamela – fisiologicamente – scenderebbe.

Sabatini in Argentina, poi, andrà personalmente a verificare la situazione di Ricky Alvarez, una situazione che sembrava chiusa, sicura, tranquilla e vidimata, e che invece rischia seriamente di sfuggire di mano alla Roma. Gli argentini hanno aperto un’asta. Ieri il direttore sportivo del Velez, la squadra di Ricky Maravilla campione d’Argentina, è stato chiaro: «Non possiamo trattenerlo, ci sono offerte per lui che non possiamo rifiutare e poi Ricky merita una piazza come l’Arsenal». L’altro ieri proprio Maurizio Zamparini, l’ultimo e unico scoglio al matrimonio apparecchiato tra Roma e Pastore, ha sentenziato: «Alvarez ha già firmato con l’Arsenal». Sembrava pure preoccupato. Ma a lui cosa interessava dirlo? E se Lamela prendesse una strada diversa da quella di Roma direbbe preoccupato «Lamela ha firmato per questo o quello»? Forse quello che è sembrata un’ingerenza, non lo è. Forse queste due trattative potrebbero riguardarlo da vicino visto che Javier Pastore ha già deciso che tutte le strade che vuole percorrere sono quelle che portano a Roma. Si sa, è così.