(Il Romanista - G.Caccamo) - Sfida tra piedi buoni e tra due squadre che fanno del possesso palla e della gestione del gioco d’attacco il proprio credo calcistico:
rassegna stampa roma
Troppi errori, troppe amnesie nella nostra difesa
(Il Romanista – G.Caccamo) – Sfida tra piedi buoni e tra due squadre che fanno del possesso palla e della gestione del gioco d’attacco il proprio credo calcistico:
il Milan largamente miglior squadra italiana degli ultimi anni in quanto a qualità e spettacolarità di gioco, la Roma che proprio sulla qualità e sulla piacevolezza delle trame d’attacco spera, anela, di dire la sua in questo e nei prossimi campionati. Tra le curiosità del prepartita l’atteggiamento che terrà lo statuario Boateng nei confronti del dirimpettaio DeRossi, creatore e catalizzatore delle manovre giallorosse.
Pare quantomeno equilibrato sul piano del gioco, il primo tempo, con la Roma di certo non inferiore ai rossoneri , sul piano squisitamente tecnico, facendosi anzi preferire almeno per coralità di manovra e continuità e intensità di gioco; lascia però sul campo come pegno oramai ricorrente, la mancanza di cattiveria sotto la porta avversaria e almeno una grossa distrazione difensiva sul solissimo Nesta sul gol del vantaggio milanista. Il dispositivo difensivo allestito da Allegri sembra cucito su misura per contenere le ripartenze romaniste, con una occupazione degli spazi precisa e sapiente, riuscendo in occasione dei contropiedi giallorossi a coprire e contenere con attenzione gli attaccanti romani.
Il fraseggio degli uomini di Luis Enrique è lineare e concreto sino ai limiti dell’area avversaria, con scambi rapidi e precisi tra i centrocampisti, a testimonianza di un miglioramento dell’intesa nel reparto centrale, che pecca solamente nell’imperfetto sostegno alle punte. La concretezza e la pragmaticità degli avanti rossoneri rappresentano il vero differenziale a sfavore della Roma. L’inizio della ripresa ci consegna una Roma ancora più convinta dei propri mezzi e della bontà del proprio schema tattico, e per contro un Milan ancora più ancorato alla consegna difensiva del suo assetto, come dire minimo sforzo col massimo risultato. E’, nonostante la volitiva e tenace voglia di far gioco, una lotta impari contro una squadra forse troppo spigolosa e lenta, ma tremendamente efficace e solida. Se per la gara di Genova si erano spese parole di apprezzamento e di compiacimento, indipendentemente dal risultato, oggi non è possibile sottacere all’oramai imbarazzante e preoccupante serie di amnesie al limite del dilettantismo messe in mostra dai difensori, o per meglio dire dall’apparato difensivo giallorosso, incapace non solo di marcare e pressare gli avversari che si affacciano nell’area di rigore, ma anche solo di sporcarne le conclusioni. Emblematico il raffronto del gol di testa conquistato da Burdisso sul tenace Zambrotta e i colpi di testa milanisti quasi sempre realizzati in surplace e senza ostacolo alcuno. Può essere buon viatico, per una Roma in costruzione, la convinzione di poter fare un gol più dell’avversario, ma occorrerà non dimenticare che tutto ciò risulterà vano se l’ABC del saper difendere verrà lasciato tra gli scaffali della nonna
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