(Il Romanista - D.Galli) A questo punto deve essere colpa del campo.
rassegna stampa roma
Tre anni fa a Udine che lite tra Doni e Panucci
(Il Romanista – D.Galli) A questo punto deve essere colpa del campo.
Non c’è dubbio. Non è la prima volta che due giocatori della Roma arrivano alle mani a Udine. L’ultima volta al "Friuli" era successo tre anni e mezzo fa. Protagonisti: Doni e Panucci. Ad avere la peggio fu però un dirigente della Roma, che nel vano tentativo di dividerli rimediò un colpo. Tre anni e mezzo fa. Pare una vita. È il 13 aprile 2008. La Roma di Spalletti è sulle tracce dell’Inter capolista, ma anche allora Udine è una trasferta tosta. Al 7’ i bianconeri passano con il gol di uno a caso. Di Natale. Traversone, mia-tua dell’accoppiata Doni-Panucci e tanti saluti. I due provano a spiegarsi, ma i toni si accendono subito. Christian si allontana e il brasiliano gli molla uno scappellotto. Deve intervenire Mexes per evitare quello che accadrà invece negli spogliatoi: nonostante la Roma abbia rimontato e vinto per 3-1, i due vengono alle mani. Ma chi ha la peggio è un dirigente che si mette in mezzo. Il litigio non ferma certo la Roma, che quell’anno andrà vicinissima al suo quarto tricolore.
L’ultimo incontro ravvicinato, molto ravvicinato, che ricordano a Trigoria è quello tra Vucinic e Perrotta durante e dopo Roma- Samp. Quale Roma-Samp? Il peggiore che si ricordi nella storia giallorossa. È il 25 aprile 2010 e il motivo dello scambio - di opinioni prima, di fatti poi - è un tiraccio di Vucinic. Secondo Perrotta, il montenegrino avrebbe dovuto passare la palla. La punta lo manda a quel paese e solo il tempismo di Totti impedisce che l’incedio divampi. I due torneranno però sull’argomento (definiamolo così) nel sottopassaggio dell’Olimpico e negli spogliatoi. Una lite tra compagni è la normalità. Chi ha giocato a calcio lo sa. E non influisce mai sull’andamento stagionale. La Lazio del ’74, per citare un esempio antipatico ma utile, vinse lo scudetto (dicono) nonostante ci fosse due clan, quello che faceva capo a Chinaglia e quello che seguiva Martini. E non è che la Roma del 2001 fosse tanto unita. Anzi. Eppure si è laureata campione d’Italia.
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