(Il Messaggero - M.Ferretti) Dove eravamo rimasti? Ah, già: domenica 22 maggio, stadio Olimpico, ultima di campionato, Roma contro Sampdoria. E c’eravamo salutati con un gol (strano...), il numero 207 della sua carriera pitturata esclusivamente di giallo e rosso.
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Totti-Roma, amore infinito
(Il Messaggero – M.Ferretti) Dove eravamo rimasti? Ah, già: domenica 22 maggio, stadio Olimpico, ultima di campionato, Roma contro Sampdoria. E c’eravamo salutati con un gol (strano…), il numero 207 della sua carriera pitturata...
Domani si (ri)comincia e lui, tirato a lucido e smanioso di conoscere i nuovi compagni d’avventura, sarà tra i primi a presentarsi a Trigoria. Francesco Totti, il capitano, 610 partite giocate con la Lupa sul petto, è arrivato a Trigoria nel 1989 accolto da Dino Viola, ha esordito in A nel marzo del 1993 che il presidente della Roma era Giuseppe Ciarrapico e adesso è pronto a stringere la mano all’americano Thomas Richard DiBenedetto, e mai dimenticherà la famiglia Sensi.
All’alba della stagione numero 20 nella massima serie, Totti ha ancora l’entusiasmo del ragazzino che aveva il poster di Giuseppe Giannini in cameretta e un doppio, preciso obiettivo: riportare la Roma almeno nell’Europa dei Grandi e, sul piano personale, continuare a battere record su record. Ha già conosciuto Luis Enrique, suo vecchio avversario, suo nuovo allenatore, che ha speso parole bellissime sul suo conto, ma tutto questo non l’ha illuso e continua a non illuderlo: Francesco sa che (come sempre) nessuno gli regalerà niente e che dovrà dimostrare sul campo di poter guidare ancora la Roma, petto in fuori e fascia di capitano al braccio. Non si è mai tirato indietro, per anni s’è caricato la cofana sulle spalle, ha vissuto grandi emozioni e profonde delusioni, ha fatto la Storia della Roma, ha dato (tanto) e ricevuto (tanto): a settembre compirà trentacinque anni ma il pensiero dell’addio non lo sfiora neppure lontanamente.
Ha un contratto con la Roma fino al 2014, vuole rispettarlo e si augura che ci siano le premesse per poterlo rispettare fino in fondo. In caso contrario, sarà lui a decidere il proprio destino. Dopo aver sorpassato Robi Baggio nella classifica dei marcatori di tutti i tempi, Francesco punta deciso ad agganciare (e possibilmente superare) Josè Altafini, 216 reti con le maglie di Milan, Napoli e Juventus. Ma gli basteranno soltanto tre gol per accomodarsi accanto a Gunnar Nordahl, colui che ha segnato più reti, 210, con la stessa (attenzione: non unica) maglia.
Totti al momento è al quinto posto della classifica di tutti i tempi: Alex Del Piero, l’altro attaccante ancora in attività, è al nono posto, con 185 gol. Francesco non lo teme, lo rispetta e guarda avanti. Ricomincia da una media di 0,43 gol a partita, da 262 gol complessivi tra campionato e coppe, da 45 doppiette e 4 triplette, da 68 calci di rigore, alcuni dei quali realizzati alla sua inimitabile maniera. «Totti è il progetto tecnico della Roma. Intorno a lui la Roma sarà modellata. Lui è come la luce sui tetti di Roma: dilaga, non va mai via. Totti schianta gli avversari», disse Walter Sabatini in occasione dell’ormai famosa conferenza-stampa di inizio giugno a Trigoria. «Totti è un calciatore unico», ha aggiunto Luis Enrique dai microfoni di Roma Channel. Lui, Francesco, ha imparato con gli anni che le parole hanno un valore relativo: contano solo i fatti, a nulla conta essere il simbolo più luccicante della continuità in una società/squadra tutta nuova.
Nel 4-3-3 di Luis Enrique (ma sarà davvero 4-3-3?) Totti potrà giocare soltanto da punta centrale, ruolo per il quale è stato preso (non ancora ufficialmente) il giovane Bojan, pupillo del tecnico asturiano. Duello in vista, perciò? Non si può escludere. Di certo, Totti non ha mai fatto la guerra a qualcuno, se mai qualcuno l’ha fatta a lui. Magari mettendolo in panchina per far giocare il pachidermico, impresentabile Adriano. «A Trigoria non ho amici», confidò a bassa voce qualche tempo fa. Forse esagerava, ma sicuramente da domani ne avrà ancora di meno. Nessun nemico dichiarato, per carità: dirigenti e basta. Se non altro, al Bernardini dai prossimi mesi ci saranno tre piccoli tottini: Christian D’Antoni (classe 1996), Michele Santucci (1998) e Alessio Santese (2001) sono tre giocatorini che la Totti Soccer School, creata e gestita dal capitano, ha ceduto alla Roma. Hai visto mai...
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