rassegna stampa roma

Totti resta fuori. Stekelenburg inguaia la Roma

(La Gazzetta dello Sport- A.Catapano) – Eravamo noi che aspettavamo al varco Totti, abituati a considerarlo al centro del mondo romanista.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport- A.Catapano) - Eravamo noi che aspettavamo al varco Totti, abituati a considerarlo al centro del mondo romanista.

Dopo un'estate di polemiche a distanza, silenzi assordanti, mugugni, frasi dette o sussurrate agli amici, sfide lanciate a mezzo stampa («Vi aspetto tutti al varco, come al solito», aveva sibilato alla vigilia della partita), dopo averlo visto piuttosto arrugginito nelle amichevoli, attendevamo lui, e chi altro, al primo appuntamento serio della nuova stagione.

Il grande escluso Sbagliavamo, perché che ti ha combinato quel rivoluzionario di Luis Enrique? Lo ha fatto accomodare in panchina. La decisione, che ha stupito pure l'ultimo arrivato Lamela («Ma Totti dov'è?», si è chiesto a Roma davanti alla tv), lo metterà per una settimana sulla graticola, per come è andata a finire. Ma se non altro ha avuto un senso: con tutti i crismi della scelta tecnica (come ha confermato nel post-partita, «e non ne sono pentito!»), è stata figlia di un ribaltone pensato dopo Valencia. Fuori Totti, e fuori pure Borriello e Perrotta: la Roma rivoltata come un calzino.

Il nuovo leader E cucita addosso a Bojan. È lui a giostrare da centravanti arretrato, quello che avevamo visto fare a Totti durante tutta la pre-season. Lo spagnolo tra le linee può essere devastante, ieri lo ha fatto vedere solo a sprazzi, ma tanto è bastato perché dopo mezz'ora Weiss gli incollasse come un francobollo un mastino dei suoi. Piccolo, tecnico, sempre a testa alta, con l'autorevolezza per prendere in mano la squadra. Si atteggia a leader, nonostante i 21 anni.

Cosa va e cosa no Luis Enrique ieri ha piazzato la meglio gioventù nei ruoli chiave: Okaka e Caprari esterni del tridente offensivo, Viviani in regia, con i rispolverati Brighi e Simplicio ai fianchi. Se siano state scelte felici, su questo ci si dibatterà fino al ritorno, la qualificazione resta ampiamente alla portata. Di buono c'è stato, soprattutto nel primo tempo, che la Roma di ieri rispetto a quella di Valencia è sembrata più quadrata, corta, e ordinata, con una buona tenuta difensiva. Ma la produzione offensiva è stata ancora una volta limitata: una buona occasione sciupata da Caprari e un tap-in fallito da Okaka nel primo tempo, un colpo di testa alto di Burdisso e soprattutto il palo di Caprari al 23' della ripresa. Nella ripresa la Roma è calata. Troppo, pur di fronte ad un avversario più rodato ma tecnicamente modesto. La brillantezza della manovra e la velocità degli scambi sono ancora lontane. A dieci giorni dall'inizio del campionato, è il dato più preoccupante.

Finale amaro Luis Enrique ha concesso una ventina di minuti a Totti e qualcuno in meno a Borriello. Forse non è un caso che da quel momento la squadra si sia pericolosamente abbassata, concedendo il primo e unico tiro in porta della partita allo Slovan, al solito fatale. Ma non è colpa del tecnico se più che Stekelenburg quello che si è tuffato maldestramente è sembrato Lobont. A questa Roma in ritardo più che il contributo dei senatori servono i rinforzi. Sabatini in tribuna ha visto tutto: «Totti e Borriello saranno arrabbiati per l'esclusione». Il capitano uscendo dallo stadio si è limitato ad allargare le braccia. L'immagine di questa Roma.