(Il Tempo) - Sarebbe un peccato dover aspettare così tanto per sentirlo parlare di nuovo: il capitano ha interrotto il lungo silenzio con quarantacinque minuti pieni di battute, chiarimenti, speranze, provocazioni.
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Totti “spara” contro l'aquila laziale
(Il Tempo) – Sarebbe un peccato dover aspettare così tanto per sentirlo parlare di nuovo: il capitano ha interrotto il lungo silenzio con quarantacinque minuti pieni di battute, chiarimenti, speranze, provocazioni.
Sicuro assente nel derby, ha giocato la sua partita davanti ai microfoni. Vincendola. Chi si aspettava stoccate a Baldini e alla nuova società è rimasto deluso. Il dg ha ascoltato e apprezzato da Londra, in attesa di incontrare Totti la prossima settimana a Trigoria. Anche Sabatini, che ha spinto molto perché il capitano parlasse, ha apprezzato la sua sincerità. I veleni, invece, sono tutti sulla Lazio. Il derby è iniziato. Perché ha deciso di parlare adesso? «Era già stabilito e ho mantenuto lo stesso la promessa. Purtroppo salterò il derby, ho cercato fino alla fine di recuperare ma non ce l'ho fatta». Chi deve giocare al suo posto domenica? «Luis Enrique valuterà se sarà Pjanic, Lamela o Bojan. Solo lunedì, se vinceremo, i nuovi capiranno cosa vuol dire questa partita». Quanto conta? «Da tifoso non è mai uguale alle altre, però alla fine vale sempre tre punti e per noi vincere la sesta volta ci cambia poco...». Favoriti? «Loro, come sempre». Chi sarà l'uomo derby? «Reja.... lui è un portafortuna. Seriamente penso che Klose potrebbe esserlo, spero non giochi: non credevo che fosse così forte». L'aquila Olympia deve volare? «Non posso rispondere sennò mi arrestano.. È una coreografia bella, se dovesse volare ma non lo farà. Andasse al mare a farsi un giro, tanto con i gabbiani sono tutti uguali...». Che idea si è fatto del nuovo corso americano? «È un progetto importante e giovane. Credo che vogliano fare una grande squadra. Non conoscendo l'ambiente, si troveranno in difficoltà all'inizio ma hanno preso persone competitive. L'idea è di vincere da qui a cinque anni, spero di riuscirci prima perché sennò mi scade il contratto.. prima che arrivassero gli americani ho detto che non avevo ancora visto nessuno, poi ho conosciuto persone vere che vogliono il bene della Roma. Con DiBenedetto abbiamo avuto un breve colloquio e ci siamo capiti. Se vuole vincere, con me? Lo spero, se non mi cacciano...». È arrivato il momento di replicare a Baldini che l'ha definita «pigro».
«Lì per lì ci sono rimasto male. Con Franco non ho mai avuto nessun problema, neanche dopo che è andato via. Quando arriverà a Roma mi spiegherà cosa significa questa pigrizia ma io ho già accantonato la cosa. Lui è un direttore bravo, stimato nel mondo e speriamo di vincere di nuovo insieme». Ha avuto la sensazione di essere diventato un problema? «Spero di non esserlo mai ma ogni anno ne esce una su di me: voglio il male della Roma, guadagno troppo, non mi piace la nuova società, etc». Resterà alla Roma? «Se mi fanno rimanere sì, sono vent'anni che sto qui e me ne vado adesso?! Poi non si sa mai... I Galaxy? Se n'è parlato, qualcosa di vero c'è stato ma non solo loro, anche squadre europee». Le mancano i vecchi dirigenti? «Ci sono cresciuto e il legame andava oltre il campo. I nuovi sono persone serie ma con loro non potrò avrò lo stesso rapporto». A inizio stagione sembrava che Luis Enrique non puntasse su di lei. «Stavo bene, non avevo acciacchi e qualcosa non mi quadrava. Però ripetevano tutti che ero al centro del progetto e allora ho pensato: o io non capisco oppure mi prendevano in giro. Ho chiesto spiegazioni, le ho ottenute e le cose sono cambiate. Con Luis Enrique ho un rapporto molto buono». A chi lo paragona? «A Spalletti e Zeman. Pensa a segnare sempre un gol in più degli altri, ha portato un calcio nuovo per l'Italia e speriamo che possa farci diventare come il Barcellona. Certo, due ore e mezza di allenamento sono troppe... Scherzi a parte era dai tempi di Zeman che lavoravamo così intensamente».
Il nuovo ruolo le piace? «Luis Enrique mi dice che in quella posizione posso fare tanti gol. Certo, per uno come me abituato a segnare tanti gol non esserci ancora riuscito mi suona strano». La Roma è in corsa per lo scudetto? «No, non ci interessa, riguarda il nord...». Ha parlato con De Rossi del suo contratto? «Vuole rimanere a vita qua alla Roma come me, però nello specifico non ci sono entrato. Spero possano trovare un accordo su questo benedetto contratto, la cosa è andata avanti più del dovuto». Ibra non si diverte più, Cassano vuole smettere. E lei? «Voglio giocare fino a quarant'anni. Quando vedrò che non ce la farò più getterò la spugna ma adesso non ci penso proprio. Il problema loro, forse, è l'aria del nord». A fine carriera farà il dirigente? «Ho cinque anni di contratto da dirigente poi non so se mi mettono alla "guardiola" o da qualche altra parte... Ne parlerò con gli americani? No, perché adesso voglio giocare».
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