(Il Messaggero - U.Trani) «Come una pugnalata alle spalle».Francesco Totti, nel ritiro di Riscone, ancora si chiede perché.
rassegna stampa roma
Totti: “Come una pugnalata”
(Il Messaggero – U.Trani) «Come una pugnalata alle spalle». Francesco Totti, nel ritiro di Riscone, ancora si chiede perché.
Come mai Franco Baldini, futuro direttore generale del club giallorosso, lo abbia colpito senza un motivo vero. Il capitano ne parla con gli amici e i compagni, da oggi anche con il papà Enzo che ha raggiunto la Val Pusteria a tarda sera. Senza perdere il sorriso, come ha fatto in palestra con Daniele De Rossi dopo l’allenamento della mattina. Senza perdere soprattutto il consenso del suo popolo, accanto a lui ieri prima delle 10 per un caffè bevuto tra la gente, con gli occhi ancora gonfi di sonno. Un caffè insieme con Simone Perrotta e con tanti tifosi giallorossi, prima di togliersi la felpa rossa e di scendere in campo. Foto e autografi in cambio di cori e applausi. E in serata, durante la presentazione della squadra a Brunico, mentre venivano messe all’asta per beneficenza le maglie dei giocatori giallorossi, Totti non si è risparmiato una battuta acida, indirettamente rivolta a Baldini: «Hanno chiamato dall’Inghilterra, per la mia maglietta hanno offerto mille euro». Poi scherzando: «Quella di De Rossi vale dodici euro. Prendetela, è l’ultima». La acquista De Rossi e la regala ai tifosi. E’ stato poi Luis Enrique a pagarne 1.100 per la casacca numero 10 del capitano.
Il mondo romanista ruota ancora attorno a Totti, finito nel mirino per l’ennesima telenovela della sua vita e della sua carriera. Baldini lo vuole meno santino e più calciatore. Ma proprio Sky lo dipinge Santo nello spot che presenta la nuova stagione. Meglio addirittura statua che dal vivo (avevano provato, ma il regista ha preferito la sagoma da innalzare, perché rende meglio l’idea). Sky sceglie ancora Francesco. Non perché Santo. Perché la Roma e il calcio italiano si identificano in lui. La tv satellitare solo un anno fa aveva puntato su Mirko Vucinic, per provare con un volto nuovo. Meglio il vecchio, però. Che non tramonta mai. Baldini lo considera pigro. Totti non accetta e ricorda le fatiche per mettersi a disposizione di Lippi dopo essersi fratturato un piede e vincere nel 2006 con la Nazionale in Germania il quarto titolo della storia del nostro calcio. Di infortuni ne ha superati tanti, proprio con la stessa facilità con cui ha battuto record di ogni genere. Davanti a Baggio e adesso quinto nella classifica di tutti i tempi dei marcatori della serie A con 207 reti. Nessuno come lui in quanto a presenze con la maglia della Roma in campionato e nelle coppe, per un totale di 610. E i gol sono stati in tutto, solo in giallorosso, ben 262. Totti è la Roma. Anche all’estero, come lo fu Bruno Conti, riportato al settore giovanile perché la nuova proprietà lo vuole al massimo lì. Destino che unisce due campioni del mondo e della storia giallorossa, poco amati (sopportati?) da chi è appena entrato. Baldini gli ha fatto sapere che «nemmeno Raul ha un suo ufficio al Real», anche se il paragone non regge perché l’attaccante spagnolo è solo uno dei grandi della storia della società madridista, tra l’altro emigrato in Germania allo Schalke, e non il più grande di sempre.
Ma il futuro dg non è ancora riuscito a togliere al capitano la stanza al primo piano di Trigoria, davanti a quella dell’ufficio stampa, dove Francesco conserva i suoi trofei e il suo merchandising che tira più di quello di tutto il club, da anni alimentato dall’immagine del campione. Lo ha, però, privato dell’amico-fisioterapista Vincenzo Buzzi che il capitano ha difeso a nome dei compagni. E, nell’unica telefonata tra i due dall’inizio della nuova éra, gli ha detto di non occuparsi di mercato. Totti gli aveva fatto il nome di Buffon, tra quelli interessati a vestire la maglia giallorossa, Baldini gi ha risposto di «pensare a giocare e basta, per gli acquisti ci siamo noi». In passato, anche quello con il nuovo direttore generale che all’epoca era solo direttore sportivo, Francesco fu usato anche per certi contatti. Per far da calamita. Il prossimo dg non gli consiglia solo di «liberarsi della sua pigrizia». Ma anche «di chi usa il suo nome, anche a sua insaputa». E il riferimento al clan, confermato da chi lo ha intervistato, irrita Totti. L’uscita può essere stata mirata. Baldini, chiamato dal consorzio americano per scegliere gli uomini giusti, interviene a nome della proprietà. Anche se, nonostante le smentite postdatate, DiBenedetto non ha gradito quella parentesi del nuovo dg su Francesco che per il bostoniano è il «miglior calciatore italiano». Baldini forse avrà pensato di spostare l’attenzione: parliamo del campione che c’è perché altri per ora non ne abbiamo e chissà se arriveranno. Accendiamo il dibattito su Totti visto che altri Totti all’orizzonte non si vedono. La squadra è con lui. Sentite Cassetti:«Il signor Franco Baldini non l’ho conosciuto: quando lui era alla Roma non c’ero io. Quindi mi è difficile giudicare. So però chi è Totti che ha sempre dimostrato il suo valore sul campo, superando anche Baggio. Non mi sembra il caso di attaccarlo. Sono adulti e vaccinati, se ci sarà bisogno si confronteranno».
Non sappiamo quando e si spera stavolta a quattr’occhi. C’è tempo sino al 2019. Il contratto del capitano con la Roma scade nel 2014. Ma esiste pure una scrittura privata per altri cinque da dirigente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA