(Il Romanista - V.Valeri) - «Nessun problema con Bojan». Luis Enrique non cede di un passo e non batte ciglio, quando in conferenza stampa a Trigoria gli si chiede come sia oggi il loro rapporto.
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Totti-Osvaldo, il resto è Bojan
(Il Romanista – V.Valeri) – «Nessun problema con Bojan». Luis Enrique non cede di un passo e non batte ciglio, quando in conferenza stampa a Trigoria gli si chiede come sia oggi il loro rapporto.
Quest’estate, prima che il trasferimento del catalano in giallorosso divenisse ufficiale, si è parlato molto della stima del tecnico per l’attaccante ex Barcellona. Lo stesso "Lucho" si è speso personalmente, con telefonate ed sms, per convincerlo a dire sì. Poi, durante il precampionato, lo ha sempre utilizzato, ripetendosi in entrambe le gare di Europa League. Qualcuno, quando Totti venne sostituito quel fatiico 25 agosto per far spazio a Okaka, storse il naso ed etichettò Krkic come il "cocco" dell’allenatore. Ma dopo l’esordio in campionato, la prestazione scialba e la sconfitta, Bojan è finito in panchina, rimanendoci per 90 minuti contro Inter e Siena.
Di certo non una punizione, ma un modo per proteggere il ragazzo: bruciarlo così, per una partita storta, non era proprio il caso. Bojan è un talento indiscusso, che nella cantera blaugrana e anche dopo ha fatto vedere cose strabilianti. Adesso deve ritrovarsi, guadagnare fiducia in se stesso e guadagnarsi quella degli altri compagni, oltre che del mister. A Parma è entrato e subito si è dato da fare, con umiltà. A Luis Enrique l’atteggiamento è piaciuto: «Voglio vedere la fame», ha aggiunto ieri rispondendo alla domanda sul numero 14 giallorosso. E oggi pomeriggio alle 18 davanti a circa 40mila tifosi e al presidente DiBenedetto, il catalano classe ’90 avrà la possibilità di riprendersi il posto da titolare mostrando i progressi compiuti. E di ricacciare in bocca a qualcuno l’ipotesi di un suo prematuro addio: non possono e non devono essere due partite in panchina a interrompere l’avventura di Bojan con la Roma.
Una squadra che lui stesso ha scelto, per mille e un motivo, dove ha trovato un tecnico che lo conosce e lo stima e una tifoseria per cominciare a volergli bene non aspetta altro che una partita delle sue, di quelle da far impazzire le difese avversarie. L’augurio è che contro l’Atalanta non solo estragga dal cilindro una prestazione finalmente sui suoi livelli, ma si sblocchi anche dal punto di vista realizzativo, dopo esserci andato vicinissimo nei playoff contro lo Slovan, quando fallì - tra andata e ritorno - almeno tre nitide occasioni da gol. Riuscirci, finalmente, davanti al proprio pubblico (e magari sotto la Curva Sud, tanto per aggiungere uno sfondo al suo telefonino), vorrebbe dire prendersi la Roma. Alla faccia dei detrattori.
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