rassegna stampa roma

Totti, mediazione per la pace

(Il Messaggero – U. Trani) – A Plan De Corones, più di duemila metri, nevica a a luglio, mentre la Roma quasi non se ne accorge, nel bel mezzo della Val Pusteria a milleduecento metri, e si allena su un campo allentato dopo la pioggia...

Redazione

(Il Messaggero - U. Trani) - A Plan De Corones, più di duemila metri, nevica a a luglio, mentre la Roma quasi non se ne accorge, nel bel mezzo della Val Pusteria a milleduecento metri, e si allena su un campo allentato dopo la pioggia dei giorni scorsi e migliorato dopo il leggero sole del pomeriggio.

Lo Sceriffo vigila dall’alto della tribuna Vip di Riscone: è lo sguardo pacioso e protettivo di Enzo Totti rivolto verso Francesco, il figlio che si è sentito «pugnalato alle spalle», adesso coperto dall’affetto del papà arrivato in ritiro. E di quella gente che non smette mai di urlare il suo nome, di chiedergli una foto o un suo autografo. Di applaudire ogni giocata. Il capitano si mostra allegro e spiritoso. «Io sto bene, non parlo, ma voi tanto sapete come la penso dai miei amici...». Sotto gli occhi del padre, si stanca con il pressing imposto da Luis Enrique. La pigrizia non abita qui: Franco Baldini dovrebbe venirlo a vedere o quanto meno essere relazionato meglio dai suoi fedelissimi informatori. Ma adesso il futuro dg sembra già pentito di quell’esternazione e, per interposta persona, fa sapere che non voleva dire pigro al calciatore in campo ma a quello fuori che concede troppe deleghe. Il discorso cambia, ma fino a certo punto, tant’è vero che gli uomini di DiBenedetto a Roma e i dirigenti Sabatini e Fenucci stanno lavorando per ricomporre lo strappo. Anche perché Totti corre e suda a Riscone, fa il giocatore e basta, con il nuovo tecnico che apprezza la sua disponibilità nel lavoro quotidiano, definendolo «straordinario e meraviglioso».

«C’è solo un capitano». Sotto il diluvio quasi cinquecento tifosi giallorossi lo hanno chiamato a gran voce, martedì sera, sul palco di piazza Municipio a Brunico. Il capitano era seminascosto, nelle ultime file, seduto accanto a Daniele De Rossi. Davanti Tempestilli, Luis Enrique e lo staff al completo, più il primo acquisto ufficiale, appena atterrato a Verona, Josè Angel. Francesco aveva davanti tutta la rosa, giovani e senatori. Con poca voglia di mostrarsi, con la sua maglia rossa a mezze maniche, diverso anche nella divisa, per gli altri la felpa nera con cappuccio. Sabatini lo aveva chiamato qualche minuto prima dell’evento, preoccupato da chi lo aveva informato su una possibile diserzione del capitano alla festa dei tifosi e di presentazione davanti al sindaco di Brunico. Non ha dovuto convincerlo lui, ma gli amici del gruppo che non sono solo i compagni. Al diesse ha girato poche parole, inequivocabili. Totti gli ha dato appuntamento qui in ritiro per mettere le cose in chiaro, visto che Baldini non si è fatto vivo e magari una chiamata, il prossimo dg tra l’altro è in Italia, sarebbe stata doverosa. A Riscone, e per la verità anche nella capitale, se l’aspettavano un po’ tutti. Sabatini è atteso già stasera, entro domani arriverà anche Fenucci. «Ho voglia di parlare, ma prima devo incontrare la dirigenza» fa sapere il capitano che aggiunge: «In ogni caso il mio riferimento è solo Luis Enrique, il suo progetto mi ha già conquistato». Il diesse e l’amministratore delegato vogliono preparare il terreno per promuovere un contatto tra Baldini e il giocatore nelle prossime ore. Per la pace.

Tornando a martedì sera, Francesco in posizione defilata c’è rimasto poco. Premiato per primo, è diventato poi protagonista al momento dell’asta delle maglie. «Dall’Inghilterra l’hanno valutata mille euro...», ha detto con la solita ironia e rivolgendosi indirettamente al nuovo direttore generale. E ha giocato con quella di De Rossi: «E’ l’ultima, va via...», costringendo Daniele a intervenire per tranquillizzare la gente: «Sta a scherzà».«Nessuno vuole andarsene», parola di Perrotta, ieri sera alla gente. Cosmi, per aggiornarsi, ha seguito i due allenamenti dei giallorossi: palestra per De Rossi e Cassetti (affaticamento per entrambi), fisioterapia per Julio Sergio e Bertolacci, differenziato per Juan e giri di campo per Perrotta. «Bravi» ha urlato Luis Enrique ai giocatori in mattinata dopo uno dei tanti esercizi con il pallone e spingendo forte. «È un onore star qui. Va molto bene» ha garantito ai tifosi. E ha concesso al gruppo, per la seconda volta in questo ritiro, mezza giornata libera, oggi pomeriggio.