rassegna stampa roma

Totti-Luis Enrique, that’s amore

(Il Romanista – T.Cagnucci) – Stavolta si comincia dalla zeta perché in principio fu Zeman. Si diceva che con i gradoni, lui (lui? Lui) sarebbe finito con l’andarsene da Roma. Fu scintilla. Fuoco e fiamme.

Redazione

(Il Romanista - T.Cagnucci) - Stavolta si comincia dalla zeta perché in principio fu Zeman. Si diceva che con i gradoni, lui (lui? Lui) sarebbe finito con l’andarsene da Roma. Fu scintilla. Fuoco e fiamme.

Totti per la prima volta divenne veramente Totti. Poi dopo mille allenatori inutili ne arrivò uno che decise di mettere a posto le cose, cioè di lavorare. Si chiamava Spalletti e Totti divenne ancora di più Totti. Vinse il titolo di cannoniere, la Scarpa d’oro, tre coppe, divenne campione del Mondo. E fece molto più di questo. Adesso si racconta che Totti è perplesso. Chi lo dice non ha visto Lui parlare con l’Altro, con l’ultimo della serie degli allenatori che ai giocatori fanno il mazzo. Ci sono delle foto di ieri di Totti e Luis Enrique. Guardatele. Se le sgranate qualcosa di invisibile – tanto è forte il feeling – sicuramente lo trovate. Fate questo Blow up. Magari Totti ce l’ha qualche perplessità, magari però sono le stesse di quando chiedeva i campioni per la Roma, che non erano perplessità ma incentivi, magari quello che vi pare, ma su Luis Enrique no. Su Luis Enrique proprio no, sennò è una stronzata. Sennò si parla per parlare. Basta venire qui a Riscone, ché è meglio vedere dal vivo piuttosto che dalle foto. Sono comunque flash, attimi, una grande intesa. Quel "che meraviglia!" esclamato come un passaggio al volo di Totti da Luis Enrique. Parlano la stessa lingua. Vedono le stesse cose ("vedo, vedo, vedo...") apposta Luis Enrique porta gli occhiali scuri: son cose non per tutti. Ma per Totti sì. Artisti che sanno parlarsi. E chi non li vuol sentire, chi dice qualcosa di diverso è cieco. Aprite i vostri occhi. Francesco Totti dimostra ancora una volta, ancora una volta di più, che si trova a genio con i tecnici-Churchill, quelli che promettono lacrime e sangue e che mantengono le promesse. Quando ieri a quel tifoso che gli chiedeva il saluto dopo una giornata di lavoro ha risposto di non farcela nemmeno ad alzare la mano, ha risposto col sorriso. Poi ha parlato dopo la doccia e prima della cena perché probabilmente s’è ripreso a quell’ora. L’ora in cui ha deciso di inserire sul suo sito internet le sue parole. Magari è un messaggio per chi dice che è perplesso anche dell’allenatore. Magari significa solo quello che vuol dire. Questo: «Eccoci finalmente in ritiro per preparare al meglio la prossima stagione. Oggi per noi sono cominciati gli allenamenti qui a Riscone: il sistema e i metodi proposti dal mister sono nuovi, interessanti e soprattutto molto stimolanti. Siamo solo all’inizio: giorno dopo giorno avremo la possibilità di scoprire le diverse novità sul campo e di entrare in questa nuova realtà. Tutto dipenderà da noi e sarà nostro dovere impegnarci al massimo fin da ora». Stavolta le virgolette arrivano alla fine. Tutto il resto è silenzio