rassegna stampa roma

Totti-Luìs Enrique, le vittime della rivoluzione americana

(Corriere dello Sport – L. Cascioli) – Prima o poi doveva acca­dere che Totti diventasse anche un caso. Giunto alle soglie di uno splendido tra­monto, alla guida di una squadra più logora e vecchia di lui, dovevamo aspettarce­lo...

Redazione

(Corriere dello Sport - L. Cascioli) - Prima o poi doveva acca­dere che Totti diventasse anche un caso. Giunto alle soglie di uno splendido tra­monto, alla guida di una squadra più logora e vecchia di lui, dovevamo aspettarce­lo tutti che la sua leadership e il suo ruolo potessero esse­re messi in discussione.

Il ri­spetto che si deve ad un cam­pione così grande e così fe­dele ai suoi colori gli è stato riconosciuto dal più alto in grado tra i nuovi dirigenti. La criticità della sua posizio­ne all'interno della squadra è stata invece evidenziata, persino troppo esplicitamen­te, dal nuovo allenatore. Che è il solo responsabile delle scelte tecniche, come ha ri­badito Di Bene­detto. E non po­teva essere di­versamente. Al­trimenti la do­lorosa e labo­riosa rivoluzione ap­pena iniziata sarebbe diven­tata un proget­to da ridere.

Ma il vecchio Totti, con il suo prestigio e con la sua classe è ancora utile al­la Roma, che però può co­minciare a ri­nascere solo ri­ducendo l'in­fluenza del ca­pitano. Il para­dosso che ha fatto scoppiare il caso è tutto qui. Totti è una sorta di vitti­ma sacrificale sull'altare del­la nuova Roma. Ma un'altra vittima di questo caso è Luis Enrique, chiamato a compie­re un'operazione chirurgica molto rischiosa, che solo un tecnico giovane e coraggioso poteva accettare. La società è solidale con lui, perché re­sponsabile della strategia co­me e più di lui. E responsabi­le soprattutto dei ritardi di mercato. C'è un momento nella mia carriera di giornalista sporti­vo che ricorderò sempre. Fu quando una sera, riaccom­pagnando Michel Platini nel­la sua casa sulle colline di Torino, mi rivelò a sorpresa che stava per abbandonare il calcio. Platini aveva solo 32 anni. 'Mi sono accorto - disse - che la classe non mi basta più. Arrivo sempre sulla pal­la una porzione di secondo dopo gli avversari. A questo punto Prandelli è più utile alla Juve di me'. Poi arrivò a casa e lo comunicò a Crystel, la moglie, e lo disse allegra­mente anche alle sue bambi­ne, che lo rimproveravano sempre quando lo vedevano partire per il ritiro dicendo­gli: ' Papà, perché vai via?'. Platini, a 32 anni, era un campione stanco del calcio. Totti, a 35 anni, invece si di­verte ancora.

Allora bisogna saper sfruttare questa voglia del campione, cercando di utilizzarla nell'ambito degli schemi che Luis Enrique vuole praticare. In fin dei conti non esistono moduli di gioco prefab­bricati entro cui calare undi­ci giocatori. Ci saranno sem­pre undici gio­catori diversi che l'allenatore deve saper ca­lare nello sche­ma più adatto alle loro carat­teristiche. For­se Luis Enrique è ancora trop­po giovane per saperlo. E Totti ha ormai trop­po prestigio personale per accettare la si­tuazione. Una situazione tal­mente soffoca­ta dai molti tab, da risultare, ol­tre che spinosa, persino patetica. Intanto prosegue, tra un ar­rivo e una partenza la costru­zione della squadra. Anche questo dimostra, meglio di qualsiasi altra mossa, che Totti è stato messo in discus­sione a prescindere dalla Ro­ma che sarà. Gli verranno concessi gli onori delle armi, niente di più. Mancano due o tre giocatori, che a questo punto dovranno essere di li­vello per non mettere a ri­schio il progetto e il prestigio, già messo allo sbaraglio, del giovane allenatore. Che per ora si ritrova a dover fare il Napoleone alla guida di una pattuglia di cadetti o di redu­ci da Waterloo. Le sue sole armi sono per ora la spaval­deria e il coraggio. Non ne abusi troppo.