(Il Romanista - C.Zucchelli) - Basta. Basta montare casi veri o presunti intorno a Francesco Totti. In una Roma che, a fatica, si sta costruendo giorno dopo giorno, la certezza è questa. È, tanto per cambiare, il Capitano. Anche e soprattutto adesso.
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Totti-Luis Enrique, il chiarimento
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Basta. Basta montare casi veri o presunti intorno a Francesco Totti. In una Roma che, a fatica, si sta costruendo giorno dopo giorno, la certezza è questa. È, tanto per cambiare, il Capitano. Anche e...
Per far capire che giornate si stiano vivendo intorno a lui, basti pensare che anche una maglietta (vecchia e messa altre volte) con la scritta "Basta" diventa una notizia - presunta - sullo stato d’animo del giocatore. Un Totti definito triste, nervoso, pronto ad andarsene da Trigoria e via dicendo (strano che i politici non abbiano ancora detto la loro). Tutto senza considerare che lui, il Capitano, era e resta in silenzio. Pensa ad allenarsi (non ieri per un piccolo fastidio alla caviglia), a giocare e anche a chiarirsi con Luis Enrique. L’allenatore lo ha cercato e ci ha parlato a Trigoria per qualche minuto: gli ha confermato che punta su di lui e che l’esclusione di Bratislava dipende soltanto da motivazioni tecniche. Totti aveva saltato un paio di allenamenti in settimana e di fronte a un avversario non irresistibile Luis Enrique aveva pensato di dare un’opportunità ad altri giocatori. Tutto risolto dunque? Così pare. Almeno fino al prossimo caso, vero o presunto che sia. Che il Capitano non abbia preso bene la panchina in Slovacchia non si può negare. D’altronde, uno che ha fatto 207 gol in Serie A, non resta facilmente a guardare chi in A ha fatto appena una manciata di apparizioni. E non si può neanche negare che certi comportamenti - pubblici e privati - nei suoi confronti non gli siano piaciuti. Non chiede la luna e nemmeno di continuare a guardare le stelle (quello, semmai, era stato chiesto a lui in passato) ma chiede rispetto. Per aver fatto la storia della Roma. E per avere intezione di continuare a farla. Se gliene verrà data la possibilità. Sabatini e Luis Enrique su questo sono d’accordo. Anche adesso che Totti sta per compiere 35 anni. In fin dei conti l’allenatore ripete spesso che «la carta d’identità non conta». Ci mancherebbe altro, visto che la storia di Totti è la storia della Roma. Ed è la storia di uno per cui gli anni non sono mai stati un problema. Troppo limitativi, per lui. Ieri a Trigoria, mentre Totti girava con la sua maglietta, veniva presentato Erik Lamela, che è nato un anno prima dell’esordio di Francesco in serie A. E a Trigoria c’era anche Valerio Verre, che quando Totti debuttava al Rigamonti non era ancora venuto al mondo. In diciotto anni sono passati giocatori, allenatori, dirigenti e presidenti: solo Totti è rimasto al suo posto. E ci rimarrà, a dispetto di quello che dice chi parla e straparla di lui. Almeno fino ai prossimi gol. Ecco, appunto. Basta
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