(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - Per Luciano Spalletti c'erano volute un paio di stagioni, a Claudio Ranieri un campionato. Avere rapporti tesi con Francesco Totti, per un allenatore, non è una novità.
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Totti e Luis Enrique parlano due lingue diverse
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – Per Luciano Spalletti c’erano volute un paio di stagioni, a Claudio Ranieri un campionato. Avere rapporti tesi con Francesco Totti, per un allenatore, non è una novità.
Quello di Luis Enrique Martinez Garcia — una settimana di stagione ufficiale, da Slovan a Slovan, con eliminazione inclusa dalla Europa League — è però un record difficilmente battibile. I 50 mila spettatori dell'Olimpico hanno dato il loro giudizio giovedì sera, quando l'allenatore asturiano ha deciso di sostituire Totti (262 gol con la maglia giallorossa) con Okaka (6). I fischi sono stati unanimi e non venivano da un pubblico prevenuto. Fin lì avevano applaudito una buona Roma, che aveva dominato lo Slovan, rimesso in parità il punteggio (0-1 all'andata, 1-0 con gol di Perrotta) e sprecato moltissime occasioni. Poi la sostituzione-harakiri, il pareggio degli slovacchi, l'eliminazione e le infinite polemiche. Ieri a Trigoria non c'è stato nessun chiarimento faccia a faccia tra Luis Enrique e Francesco Totti, ma la giornata non è passata invano. I vertici della società giallorossa, in diversi modi, hanno parlato con Luis Enrique per verificare una situazione che rischia di diventare esplosiva in tempi che nessuno si sarebbe mai sognato di immaginare. Il presidente in pectore Thomas DiBenedetto, che sta per ripartire per gli States, ha incontrato il tecnico asturiano a Trigoria; Franco Baldini, il d.g. che per ora non ha trovato il modo di lasciare Londra per Roma, lo ha sentito al telefono; è intervenuto anche il d.s. Walter Sabatini che, una volta chiuso il calciomercato, sarà ancora più vicino all'allenatore e al suo gruppo di lavoro. Sarebbe una bugia dire che Luis Enrique è stato «commissariato», anche perché il carattere dello spagnolo porterebbe a una rottura immediata, ma far parte di un progetto vuole dire anche spiegare cosa si fa. E se Luis Enrique non lo vuole dire ai giornalisti e, attraverso la stampa, ai tifosi ci può stare, anche se gli standard di comunicazione sportiva all'americana sarebbero ben diversi. Però ai superiori bisogna relazionare. Luis Enrique ha confessato che neppure lui avrebbe mai immaginato che, dopo la sostituzione di Totti, la squadra potesse crollare in modo così verticale. E ora? Difficile dire se lo sciopero della serie A possa aiutare, rimandando la partita di Bologna e consentendo di integrare Osvaldo e Kjaer, oppure possa trasformare in un calvario questi giorni di attesa. Totti non ha mai parlato, ma è chiaro che non crede più a chi continua a ripetergli che «è al centro del progetto». I fatti dicono altro. È tutto da buttare, allora, il nuovo corso della Roma? Sono proprio i 50 mila dell'Olimpico a dire di no. Un pubblico del genere, nella stagione scorsa, non si era visto nemmeno in Champions League e in campionato solo contro Lazio, Juve e Milan, con forti presenze anche dei tifosi avversari. È da lì che bisogna ripartire, convincendo i tifosi che un progetto con Luis Enrique e Totti insieme è ancora possibile. Non basterà l'intervista di Thomas DiBenedetto a Sky, che andrà in onda domani. Il primo passo lo dovrà fare Franco Baldini.
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