(Il Romanista - V.Valeri) - Mettere accanto Francesco Totti e Francesco Borromini potrebbe sembrare un azzardo.
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Totti e Borromini, questione di talento
(Il Romanista – V.Valeri) – Mettere accanto Francesco Totti e Francesco Borromini potrebbe sembrare un azzardo.
Effettivamente lo è, se si pensa che il mondo del calcio e quello dell’arte non camminano propriamente sulla stessa strada. Eppure con “Il talento di Francesco” (Lazio Edilet, 12 euro) il giornalista de Il Messaggero Enrico Maida e la storica dell’arte Fulvia Strano sono riusciti nella missione “impossibile”. Nati nello stesso mese a distanza di due giorni, ma con quasi quattro secoli di differenza, i due protagonisti del libro presentato ieri in Campidoglio hanno diversi tratti in comune. Entrambi rappresentano i caratteri specifici di un’epoca, sono fantasisti nel loro campo, precursori di nuove tecniche. Lo storico dell’arte Paolo Emilio Trastulli, tifoso giallorosso di vecchissima data, parla così del libro: «Potrebbe essere - azzarda – una particolarissima guida di Roma, che ne presenta due aspetti incredibilmente uniti. Le linee borrominiane sono come le traiettorie di Totti, morbide e curve». Un plauso, poi, alla versatilità del Capitano: «Totti si sta rivelando non solo un personaggio dello sport, ma anche dello spot. Con il suo fare sardonico e da finto tonto sono sicuro che avrà una seconda carriera di successo». Mario Sconcerti, giornalista del CorSera e di Sky Sport, non concorda su un punto: «Credo che le linee di Totti – spiega – siano invece molto rette: il massimo risultato nel minor tempo possibile, con passagi e tiri forti e tesi. Il numero 10 della Roma è l’erede del calcio di Rivera, passando per Mancini. Un giocatore vero, di squadra, diverso dal Baggio artista che infatti non faceva vincere le sue squadre». Giovanni Floris, giornaista Rai e presentatore del programma di attualità politica “Ballarò”, è tifosissimo giallorosso, tanto da doversene andare in anticipo «per ritirare i biglietti di Roma-Juventus». A lui il libro di Maida e Strano è servito per conoscere meglio Borromini: «Ho capito molto di questo personaggio – ammette – e mi sono informato meglio sulla sua biografia e il suo modo di vivere. Borromini passò l’esistenza a cercare di essere capito, non riuscendoci. Francesco Totti, invece, ha bell’e capito tutti quanti. Il Capitano è un innovatore, perché ogni volta che ha cambiato ruolo ha saputo interpretarlo in maniera nuova e originale. Se io fossi Thomas DiBenedetto farei lui presidente...lasciandolo giocare». Vincenzo Cerracchio, collega di Maida a via del Tritone, è un noto tifoso laziale: «Ma questo libro è nato grazie a me – svela sorridendo – perché ho fatto conoscere Fulvia ed Enrico. E ne ho scritto la prefazione: sembrerebbe una punizione, un pegno dopo i derby persi, ma se lo fai per due amici è un piacere. Quando l’idea è nata avevo una certezza: sarà un successo, perché è originale». Chiosa con le parole degli autori; stringato Maida («ringrazio Fulvia per aver sopportato la mia innata pigrizia»), più eloquente e a suo agio la professoressa Strano: «Sono innamorata della Roma da quando avevo 6 anni – racconta - , successivamente mi sono affezionata all’arte. L’idea di mettere a confronto Borromini e Totti mi frullava in testa da anni, ora ci sono riuscita. Solo in questa città è possibile arrivare a tanto»
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