(Corriere dello Sport - M.Basile) - Se le luci e le ombre delineano l’artista, il talento e la passione creano il capolavoro. Francesco Totti e Francesco Borromini non hanno solo in comune nome e mese di nascita, settembre (il 1976, il romanista; il 1599 l’architetto) ma l’aver mostrato che a Roma tutto è possibile.
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Totti e Borromini, i due romani del cucchiaio e dell’architrave
(Corriere dello Sport – M.Basile) – Se le luci e le ombre delineano l’artista, il talento e la passione creano il capolavoro. Francesco Totti e Francesco Borromini non hanno solo in comune nome e mese di nascita, settembre (il...
«Il talento di Francesco» (EdiLet, pagg 96, 12 euro), scritto da Fulvia Strano e Enrico Maida, e presentato al Campidoglio in una Sala del Carroccio troppo piccola per contenere tutti, è un libro pieno di umori, prismatico, che unisce l’amore per lo sport, la Roma, l’arte e Roma. E racconta della modernità raggiunta in epoche diverse da due personaggi agli antipodi: uno romano di Porta Metronia, l’altro ticinese di Lugano. L’uno solare, l’altro ombroso, uno sicuro di sé, l’altro convinto di aver sfiorato solo un’apparente grandezza. Dieci è il numero di Totti, dieci i capitoli che fanno da contrappunto tra lui e Borromini, dieci i disegni evocativi di Franco Zampetti, così alla fine il dieci finisce per essere - oltre che quasi esoterico, come sottolinea il professor Paolo Emilio Trastulli - il numero guida di questo viaggio artistico nel talento di una città. Totti è il fuoriclasse senza copione, Borromini l’artista che ha cambiato gli schemi. Il primo è linea retta, classe e potenza; il secondo ha reso morbide le linee. Ma entrambi eretici, come lo è sempre la modernità prima di essere capita. Giovanni Floris dice che DiBenedetto dovrebbe simbolicamente nominare Totti presidente giocatore. Forse, però, la vera diversità, ammette Mario Sconcerti, sta negli autori: una studiosa dell’arte da curva Sud e un «grande giornalista silente». Quando entra in uno stadio Maida si eclissa, si emoziona, mentre la maggior parte dei colleghi ha l’aria vuota di chi va in ufficio. Quello che poi Maida scrive ne è la conseguenza: letteratura, calcio e vita, come testimonia la sua storia e questo libro vivace, rivolto a tutti e dedicato, non a caso, a un bambino di 11 anni, Francesco G., che se n’è andato nell’età in cui si è un po’ eretici. Ieri il capitano gli ha inviato un messaggio, letto con commozione in sala: «Pare che gli angeli siano un po’ scarsi a sto’ gioco del pallone. Fagli vedere tu come si fa, me lo prometti? Io da qui ti faccio un assist che arrivi fino in Paradiso. Tu mettila dentro. Con affetto, Francesco Totti».
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