rassegna stampa roma

Totti e Bojan parlano la lingua dei campioni

(Corriere dello Sport – L. Cascioli) – Nella Roma che sta prendendo corpo o, meglio, nell’abbozzo di squadra che Luis Enri­que sta modellando, Totti e Bojan sono tra i personaggi centrali, per la loro tendenza a cercarsi...

Redazione

(Corriere dello Sport - L. Cascioli) - Nella Roma che sta prendendo corpo o, meglio, nell'abbozzo di squadra che Luis Enri­que sta modellando, Totti e Bojan sono tra i personaggi centrali, per la loro tendenza a cercarsi reciproca­mente, nel tentativo di conoscersi meglio e di­vertirsi di più.

Ma forse non hanno neppure bi­sogno di conoscersi meglio, perché già si conoscono abbastanza come abitanti di quel pianeta frequentata so­lo dai veri campioni. Parlano un linguaggio tecnico affine, che non ha bisogno di interpre­ti o traduttori. Possono insomma capirsi senza parlare. L'avvento del giovane spagnolo met­te così fine ad una lun­ga solitudine del capi­tano, la cui classe po­trà adesso contare su un effetto moltiplicato­re. In definitiva l'inse­rimento di Bojan, da quel poco che si è vi­sto, potrà rendere più efficace la presenza di Totti nel cuore del gio­co e prolungarla nel tempo. Il punto di arri­vo di questa intesa istintiva sarà quello di diventare indispensa­bili l'uno all'altro nel segno della classe e questo risultato rende­rà davvero temibile la nuova Roma. Accade anche nel cinema: quando due grandi at­tori decidono di sfrut­tare al meglio le loro capacità espressive che cosa fanno? Fanno coppia, come Gas­sman e Sordi, come To­gnazzi e Vianello, co­me Totò e Peppino De Filippo.

Intanto si sta alzan­do il sipario sulla vi­cenda che riguarda De Rossi, rimasta finora stranamente sottotrac­cia. C'è un'offerta del Manchester City e c'è un'offerta della Roma. E' il giocatore che deve scegliere. Deve sce­gliere la società, la squadra, l'ingaggio e quale futuro dare alla sua vita. Non è sempli­ce, ma ormai non può ritardare la decisione. La ' sua' Roma merita almeno una risposta pronta e leale, nello stile dell'uomo e del giocatore che abbiamo conosciuto e stimato. Ogni ulteriore ritardo sarebbe nocivo ai colo­ri che dice di amare e a lui. Certo, sarebbe un brutto colpo per la nuo­va Roma se il primo a non credere nel suo fu­turo fosse proprio “ca­pitan- futuro'. Nel frat­tempo è arrivato il por­tiere. Ci sono piaciuti José Angel ed Heinze. Ma, per dare al gioco che si va abbozzando la necessaria penetra­zione manca ancora l'attaccante, visto che Borriello con la solu­zione tattica adottata e con le scelte fatte c'en­tra poco o niente. La formula di gioco proposta da Luis Enri­que promette una grande varietà di solu­zioni offensive. Ma ci vuole un attaccante per completarla.

Per quanto possa risultare funzionale (ed è anco­ra da dimostrare) la macchina che uscirà dalla catena di mon­taggio, bisognerà com­pletarla con il termina­le giusto, in grado di sfornare il prodotto fi­nito, cioè il gol. Nilmar si fa preferire per la sua conoscenza di cer­ti schemi in uso nel calcio spagnolo e adot­tati dal nuovo tecnico giallorosso. Hernandez perché ha già annusa­to e azzannato parec­chie difese nostrane. Sono due trattative dif­ficili. Sabatini per ognuna delle due ha allacciato un contatto ' segreto', facendo prò in modo che ogni sua mossa venga poi segre­tamente rivelata all'al­tro. La pera più matu­ra cadrà da sola dal­l'albero. Aspettando la decisione di De Rossi, ora, a mente calma, dobbiamo confessare di avere un po' meno paura del futuro, an­che se dovremo saper­lo aspettare. L'impressione è quel­la di un meccanismo costruito sulla traccia di un progetto. Speria­mo cominci a funzio­nare in perfetto orario con i tempi di parten­za che urgono.