(La Stampa-G.Buccheri) A volte la realtà è più dolce di un sogno. Francesco Totti lo ha capito ed ora che la Lazio è al tappeto per la quinta volta negli ultimi cinque duelli fra cugini (non accadeva da mezzo secolo), l'ex Pupone si scopre più felice di un ragazzino.
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Totti, due gol e la firma sul derby E' tornato l'ottavo re di Roma
(La Stampa-G.Buccheri) A volte la realtà è più dolce di un sogno. Francesco Totti lo ha capito ed ora che la Lazio è al tappeto per la quinta volta negli ultimi cinque duelli fra cugini (non accadeva da mezzo secolo), l’ex Pupone si...
Mai il capitano della Roma aveva brindato ad una doppietta nella sua partita, mai si era ritirato dalla battaglia così come ha fatto ieri quando ai rivali biancocelesti cominciavano a saltare i nervi (nel finale da saloon Radu e Ledesma sono finiti negli spogliatoi per colpa di un cartellino rosso). Ma, soprattutto, mai da quando è finito nel corto circuito delle critiche, a lui sconosciute, anche del popolo romanista, Totti si era rialzato con tanta veemenza e lucidità da prendere per mano i compagni e trascinarli oltre il derby, a quattro punti dalla Champions League. «Un sogno, questa è stata la mia partita...», così il numero dieci capitolino. L'ex Pupone ha beffato Muslera prima su punizione con la stessa complicità del portiere uruguaiano e, forse, di un raggio laser verde stampato sulla fronte di chi si è fatto passare la saetta di Totti sotto le gambe. Poi, il suo personale capolavoro, l'ex Pupone l'ha completato dal dischetto con la Lazio ormai in ginocchio e con pochi secondi ancora da giocare. La Roma fa festa, rialza la testa dopo il naufragio di Donetsk in Champions League e consegna a Montella, giovanissimo condottiero giallorosso, tre punti che diventano dieci in quattro partite da quando non c'è più Ranieri. Il bottino pieno del club di Trigoria porta una firma nobile, la più nobile perchè, con le due reti di ieri, Totti atterra a quota 199 in serie A, ad un passo dalla cifra da capogiro, ma anche a sole sei lunghezze di distanza da Roberto Baggio, fermo a 205 gol e al quinto posto nella classifica dei bomber in campionato di tutti i tempi. «Con Vincenzo (Montella, ndr) è cambiata la mentalità, adesso si vede in campo la voglia di vincere della squadra. Una dedica? Alla famiglia Sensi: Rosella era all'ultimo derby della sua lunga gestione, si merita questa gioia...», così il capitano della Roma quando i riflettori dell'Olimpico sono spenti. Prima, in piena contesa, un altro era stato il pensiero di Totti, più immediato e spontaneo: una maglietta bianca con la scritta «6 sempre unica...». Lassù, in tribuna, Ilary con in braccio il piccolo Cristian, non smetteva di esultare. «Sì, era per lei. Sabato - sottolinea l'ex Pupone - abbiamo festeggiato nove anni insieme. Quando ci siamo conosciuti, dopo una gol contro la Lazio, le dedicai la stessa t-shirt, ma stavolta ho dovuto aggiungere la parole sempre...». Montella si è affidato al suo capitano e Totti lo ha ripagato con gli interessi. Roma è tornata a riconoscersi sul simbolo più forte e lo fa un po' meno su un giocatore, Daniele De Rossi, che si sente la maglia cucita addosso. «Il paradosso - così il centrocampista di Ostia - è che, adesso, chi mi critica più duramente vive nella mia città e non fuori come accadeva un tempo. Prima, qua, mi coccolavano e se davo una gomitata mi incitavano a darne un'altra». Già, il colpo proibito di Donetsk. «Se pagherò con la non convocazione in Nazionale la gomitata a Srna? Non lo so, ma se Prandelli non mi chiamerà, vorrà dire che ne approfitterò per riposarmi...», così De Rossi.
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