(Corriere dello Sport - R.Boccardelli) C’è sempre una prima volta e quella fu speciale, nel solenne scenario dello stadio Olimpico del Montjuich di Barcellona, quello che quattro anni prima aveva ospitato le Olimpiadi delle fantastiche ragazze d’oro della scherma, Trillini e le altre, degli inossidabili Abbagnale e del povero Casartelli. Le Olimpiadi di Carl Lewis e di una Spagna che si riaffacciava alla grande ribalta internazionale come nazione.
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Totti, De la Pena e quella prima stretta di mano di 15 anni fa
(Corriere dello Sport – R.Boccardelli) C’è sempre una prima volta e quella fu speciale, nel solenne scenario dello stadio Olimpico del Montjuich di Barcellona, quello che quattro anni prima aveva ospitato le Olimpiadi delle...
FINALE - L’occasione decisamente importante, la finale del campionato europeo Under 21, che la favoritissima Spagna giocava in casa. Ivan De la Pena aveva appena compiuto 20 anni, Francesco Totti ne aveva ancora 19. Entrambi sotto età. Era il 31 maggio, esattamente 12 anni dopo un Roma-Liverpool che per tanti tifosi romanisti non si è mai giocata. De la Pena e Raul erano le stelle di quella Spagna, Francesco Totti l’ultimo arrivato, aggregato in fretta in furia da Cesarone Maldini alla sua mitica Under 21 che aveva perso per strada Inzaghi, Vieri e Del Piero per infortuni vari. Troppo anche per un vincente come Cesare Maldini che chiamò Totti, giovanissimo visto che le finali si giocavano ormai a livello di Under 23. Giovanissimo ma già... Totti. Francesco risolse da solo la semifinale con la Francia di Domenech l’antipatico: 1-0 con un destro secco dal limite e Italia in finale contro le piccole, agguerrite furie rosse.
RIGORI - Fu una battaglia la prima sfida sul campo tra Totti e De la Pena. Una lunga, durissima battaglia che l’Italia vinse ai rigori dopo aver giocato in dieci contro undici per oltre un’ora (espulsione di Amoruso) e in nove l’ultimo quarto d’ora dei supplementari (rosso ad Ametrano). L’ineffabile arbitro austriaco Benko le provò tutte per dare una mano agli iberici sospinti dal tifo del pubblico di casa, riuscendo anche a negare un rigore solare proprio su Totti, lanciato a rete al 25’ della ripresa e travolto dal portiere in uscita. Ma ci voleva ben altro in quel periodo per mettere ko la squadra di Maldini. L’Italia era andata in vantaggio grazie ad un’autorete di Idiakez ed era stata raggiunta nel finale del primo tempo da Raul. Poi, in inferioritrà numerica, tutto si era fatto più difficile per gli azzurri. La difesa fu strenua ed entusiasmante. In quella squadra c’erano Panucci, Cannavaro e un giovanissimo Nesta. Coadiuvati da Fresi e Galante. Coperti da Tommasi. Un vero fortino intorno a Pagotto che sarebbe poi diventato l’eroe della serata, parando i due rigori decisivi indovinate a chi? A Raul e a De la Pena. Da non crederci. Ma quell’Italia di Maldini ha lasciato il segno nella storia delle nazionali a livello di Under 21: tre titoli consecutivi: 1992, ‘94 e ‘96. Battute in finale Svezia, Spagna e Portogallo.
CAMBIO - In quella finale Totti fu praticamente costretto a reggere da solo (soprattutto dopo l’espulsione di Amoruso) il reparto avanzato, facendo respirare i compagni e sfiorando il gol in un paio di occasioni e reclamando infine il sacrosanto rigore descritto sopra. Esausto fu sostituito da Maldini a una decina di minuti dal termine dei tempi regolamentari con Morfeo.
INCONTRO - Ivan De la Pena ha attaccato le scarpe al chiodo un paio di settimane fa. Ultima squadra l’Espanyol di Barcellona. L’altro giorno era a Trigoria con Luis Enrique, pronto ad iniziare la sua nuova avventura come aiutante del neo tecnico giallorosso. Ha incrociato Totti, si sono parlati. Francesco gioca ancora ed è ancora ai suoi livelli. Certo, di anni ne sono passati da quella prima stretta di mano tra i due promettenti ragazzini di Spagna e Italia. Chi l’avrebbe detto (mai, ma anche fino a due settimane fa) che un giorno Ivan sarebbe stato “l’allenatore” di Francesco? Sono le storie del calcio.
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