(Corriere dello Sport-R.Maida) La maledizione di Storari. E di Del Neri. Un anno fa sfilarono lo scudetto dal taschino della Roma di Ranieri, adesso portano via alla Roma di Montella buona parte delle speranze di rientrare nel giro Champions.
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Totti, dai cori al silenzio
(Corriere dello Sport-R.Maida) La maledizione di Storari. E di Del Neri. Un anno fa sfilarono lo scudetto dal taschino della Roma di Ranieri, adesso portano via alla Roma di Montella buona parte delle speranze di rientrare nel giro Champions.
Era sempre aprile, c'era sempre lo stadio pieno, come ieri. E' finita come allora, con i romanisti che in una calda notte di primavera tornano a casa infreddoliti da un risultato tranciante. CHE BEFFA - Davvero assurda la storia di Marco Storari, che ha saputo di dover giocare a poche ore dalla partita. Quando la Juve ha fermato Buffon, uno che a Roma forse verrà tra qualche mese. Storari è romano e tifa per la Roma. Ma l'appartenenza sentimentale non è bastata a salvarlo dai fischi e dagli insulti dell'Olimpico, che gli fa scontare la colpa di aver rubato un sogno, nel 2010, parando per la Sampdoria. Morale: a malincuore Storari si è vendicato del brutto trattamento ripetendosi con tre miracoli nel primo tempo: su Vucinic, poi su Totti, poi su De Rossi. E nella ripresa, ai gol di Krasic e Matri, è schizzato verso il settore degli juventini per una festa a cui meritava di essere invitato. Se la Juve ha vinto, lo deve in buona parte al suo portiere di riserva. Invece per la Roma, che aveva ricevuto buone notizie con le sconfitte di Udinese e Lazio, questo è uno stop dolorosissimo, il primo per Montella in campionato. LA PREVISIONE - Uno stop per certi versi annunciato. Durante l'intervallo, profetico, era stato proprio De Rossi ad avvisare i compagni, ai microfoni di Sky: « Stiamo giocando bene però dobbiamo stare attenti. Con la Juve basta lasciare una palla e quelli ti castigano ». Così è stato, anche perché la Roma dopo il break si è squagliata. Cross di Grosso, gol di Krasic. E addio partita. Non è una delusione nemmeno lontanamente paragonabile a quella dell'anno scorso. Ma di certo è un ruzzolone che mette a rischio l'Europa, anche quella dei piccoli. Il sesto posto adesso è insidiato dalla stessa Juve, che è a due punti. Non sarà così semplice la qualificazione all'Europa League, sperando che poi la Coppa Italia riservi qualche soddisfazione in una stagione da rimuovere in fretta. IL CAPITANO - Negli spogliatoi i giocatori, a parte Doni che rappresenta gli umori della squadra davanti ai microfoni televisivi, si defilano in fretta dalla zona mista, soli con i loro pensieri e i loro rimpianti. Tra i primi ad allontanarsi c’è Totti, che sperava di celebrare in modo più allegro davanti al suo pubblico i 201 gol in serie A. La Curva Sud e la Tribuna Tevere gli avevano preparato una splendida accoglienza, fatta di striscioni di ringraziamento e di canzoni personalizzate, che hanno accompagnato la presentazione dello speaker durante il riscaldamento. Totti ha risposto battendo le mani, parecchio emozionato. Poi però è cominciata la partita. Uno stop sbagliato a due passi dalla porta, un passaggio sfortunato, infine quel destro al volo che era nato per essere gol e che invece ha incrociato il braccio di Storari. Il guastafeste per eccellenza. Magari Di-Benedetto adesso compra lui invece di Buffon
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