(Corriere dello Sport-R.Maida) GIOCA TOTTI - Cinquanta giorni dopo, Francesco Totti. Cosa può fare Luis Enrique? Lo rimetterà in campo dall’inizio, lo manderà in panchina,
rassegna stampa roma
Totti c'è, con o senza Lamela?
(Corriere dello Sport-R.Maida) GIOCA TOTTI – Cinquanta giorni dopo, Francesco Totti. Cosa può fare Luis Enrique? Lo rimetterà in campo dall’inizio, lo manderà in panchina,
lo lascerà altri cinque giorni a riposo per riaverlo al top a Udine? La logica lascia credere che Totti possa giocare subito: viene da due settimane in cui si è allenato molto bene e si aspetta di essere utilizzato. Quando è così, è difficile tenerlo a freno. In più, sono i numeri a propendere per il suo rientro. E ai numeri di solito un allenatore dà ascolto. Con Totti, la Roma ha conquistato 8 punti in 5 partite, media 1,6 punti. Senza, sempre nell’arco di 5 partite, i punti sono stati 6, media 1,2. Non solo. Totti al Lecce ha segnato 10 gol in 14 partite, media 0,71, quindi ha una tradizione favorevole in questa partita. Infine, Totti non ha mai aspettato oltre il segno dello Scorpione per segnare il primo gol stagionale. Nemmeno negli anni dei peggiori infortuni. Nel 2006-07, dopo la frattura al perone e il Mondiale, si sbloccò l’11 novembre contro il Milan. Nel 2008-09 la rete arrivò l’8 novembre, a Bologna. E lo scorso anno, cominciato da riserva, il primo sorriso è arrivato il 13 novembre, a Torino contro la Juve. Totti è già in ritardo sui suoi standard e dopo sei mesi senza ciuccio ha fame di gol.
GIOCA LAMELA Ok, Totti rientra e non si discute. Ma è difficile rinunciare a Erik Lamela, che dopo due mesi di domande e attese è entrato in campo, ha guardato la porta avversaria e ha deciso Roma-Palermo, segnando dopo poco più di sei minuti dal debutto il primo gol in serie A. Smaltito l’infortunio alla caviglia, Lamela è stato schierato titolare tre volte su quattro. Luis Enrique lo vede come trequartista, il ruolo di Totti appunto, ma anche in attacco, dove ha cominciato la partita di Novara. L’allenatore lo ha elogiato pubblicamente, per l’atteggiamento e l’impatto con la partita, alla fine di Roma-Milan, l’unica in cui è partito dalla panchina. Evidentemente, anche adesso che ha 19 anni e sta studiando il campionato, per la Roma è già un calciatore molto importante. Da quando ha potuto giocare, Lamela è stato l’attaccante più utilizzato dopo Osvaldo. Davanti a Bojan e a Borini, che poi si è infortunato, e ovviamente davanti a Borriello, che nelle scelte tecniche viene per ultimo. La sua imprevedibilità può essere preziosa per costruire la differenza all’interno di uno spartito fatto di possesso palla e passaggi stretti. A volte il fenomeno che salta l’uomo risolve i problemi proprio non seguendo le indicazioni della panchina.
GIOCANO TUTTI E DUE Lamela è in forma e incanta in allenamento, Totti è in crescita e rimane il calciatore migliore della Roma. E se domenica contro il Lecce giocassero insieme? Sarebbe la prima volta, all’undicesima partita del campionato. Non è un’ipotesi da scartare. «Erik e Francesco possono coesistere, qual è il problema?» ha detto un paio di settimane fa Luis Enrique. E ha già dimostrato nei fatti che una Roma in campo con due trequartisti non è inverosimile. A Novara, hanno giocato Pjanic tra le linee e Lamela sulla linea degli attaccanti. La squadra ha conservato il solito modello di gioco, con il 4-3-1-2, ma è probabile che la coppia Totti-Lamela imponga movimenti diversi: si potrebbe finalmente vedere l’albero di Natale, con due fantasisti e una punta vera e propria, Osvaldo. In questo abbozzo di formazione sarebbe sacrificato Bojan, perché non c’è posto per tutti. Ma la tentazione di verificare in partita i duetti tra Totti e Lamela, che parlano la stessa lingua calcistica, è fortissima. E poi Bojan ha già dimostrato che se entra a partita in corso, come contro Milan e Novara, sa essere letale. «Non mi importa dove e quando gioco, basta esserci: voglio far divertire i tifosi» ha detto ieri Bojan alla Reuters. Meglio esserci dall’inizio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA