rassegna stampa roma

Totti a un bivio

(Il Messaggero – U.Trani) I 4 minuti concessi da Claudio Ranieri a Francesco Totti nel recupero della gara di domenica sono sicuramente più lunghi di duecentoquaranta secondi. Perché possono determinare lo strappo di una storia iniziata 18...

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani) I 4 minuti concessi da Claudio Ranieri a Francesco Totti nel recupero della gara di domenica sono sicuramente più lunghi di duecentoquaranta secondi. Perché possono determinare lo strappo di una storia iniziata 18 anni fa, quando l’attuale capitano giocò la sua prima gara con la maglia della Roma.

Adesso, subìto l’affronto a Marassi, nello stadio dove nel 2006 proprio il pubblico della Sampdoria gli dedicò una standing per uno dei suoi gol più belli, l’attaccante giallorosso sta pensando di prendere la decisione più sofferta e fin qui mai ipotizzata: lasciare la sua unica squadra, la squadra del cuore e della vita. Non vorrebbe arrivare a tanto, a dire addio pur avendo ancora tre anni e mezzo di contratto. Ma da tempo si aspetta una risposta dalla società e dal tecnico. Vuole conoscere subito quale sarà il suo futuro nella Roma.

Da prima delle feste sta riflettendo sulla sua strana situazione di sopportato, senza però uscire allo scoperto. Sta aspettando che qualcuno lo inviti al confronto. Per primo Ranieri, con il quale non ha dialogo. L’allenatore non gli parla, non gli spiega, non gli chiarisce le scelte e anche tutto il resto. Lo elogia, però, in pubblico, anche in modo esagerato, con il rischio di farlo passare per privilegiato o semplicemente coccolato. Lo mette su un piedistallo dove Francesco non vuole proprio salire. Lui vuole scendere in campo. E se non lo fa, chiede solo di sapere perché. Come si vede dalla tabella qui a fianco, nei 26 match ufficiali della Roma, Totti è stato 20 volte titolare. Sempre o quasi. Sono 7 le sostituzioni e 2 gli ingressi, compreso quello offensivo di domenica pomeriggio a partita ormai conclusa. I numeri sintetizzano perfettamente l’annata di Francesco: o parte dall’inizio, oppure non gioca.

Ranieri, da questo punto di vista, è inattaccabile. Anche per gli infortuni di Vucinic e di Adriano, l’allenatore non ha quasi mai rinunciato a Totti in questi cinque mesi della stagione. E, allora, si ritorna alla mancanza di dialogo, chiarezza e lealtà pretese dal capitano. Montali, anche a nome della Sensi, dopo la gara di Genova, ha spinto l’allenatore, intervenendo in diretta tv, a parlare con Totti. Un suggerimento che si sposa bene con la linea dell’attuale proprietà. Rosella Sensi, manco a dirlo, sta con Francesco. Perché a lui deve tanto. Da anni il capitano è uomo immagine della società. E, tanto per restare in ambito finanziario, Francesco acquistò 2 milioni e mezzo di euro di azioni giallorosse quando il club in difficoltà puntò sulla ricapitalizzazione.

Anche ieri la Sensi ha fatto arrivare a Totti, per interposto dirigente, quei messaggi di cui il calciatore ha bisogno, di solidarietà e affetto. «Devi avere solo pazienza, ancora per qualche settimana». Cioè deve aspettare il cambio al vertice della Roma. Anche chi entra lo vuole testimonial, le sue magliette risultano ancora le uniche vendute, tanto per fare un esempio puramente commerciale. Insomma il suo ingaggio da 8,6 milioni lordi a stagione se lo paga da solo.Non bastano, però, gli attestati di stima da via Aurelia. Perché Totti vuole sapere che ne sarà di lui, almeno da qui a fine stagione, cioè sino al termine del mandato di Ranieri. Francesco non ha mai chiesto di mettere per iscritto sul contratto di giocare tutte le partite, ma a San Siro, il 18 dicembre scorso, si è sentito improvvisamente la quinta punta della Roma. Assente Vucinic, titolari Menez, Borriello e addirittura Adriano, lui si accomodò in panchina nella gara contro il Milan. Le dichiarazioni in pubblico di Ranieri cominciano a infastidirlo: «E’ al centro del mio progetto»; «Non esiste la Roma senza Totti»; «Non è mai stato così bene». Frasi dette prima della gara di Marassi di domenica scorsa, quella in cui Totti entra nel recupero.

Francesco mette in discussione proprio il progetto. Vorrebbe più chiarezza dal club. E soprattutto da Ranieri, anche sulla posizione in campo. Dall’arrivo di Borriello, non fa più il centravanti. Normale che segni di meno, più lontano dalla porta. L’allenatore, dunque, dovrebbe essere più sincero, visto che Borriello, a Genova, è sceso in campo con il tutore alla spalla e che Adriano, a Milano, è sceso in campo solo perché si era arrabbiato per l’esclusione di Cluj. Qualche parola in più, magari già oggi pomeriggio, anche perché poi l’allenatore è libero di scegliere come crede. E di dire che «non l’ho messo prima perché i tre davanti correvano come matti». Non di impiegarlo a gara finita. Quello no. Perché Totti si sente ancora giocatore. Lo vorrebbero negli States (L.A. Galaxy) e negli Emirati (Al Alhy), destinazioni che non lo convincono. Non si sente da cimitero degli elefanti. Se la Roma lo lascerà andare, cercherà un club in Europa. Per fare ancora il centravanti. Per risentirsi Totti.